Una giornata drammatica per Marine Le Pen: la leader dell’estrema destra francese è comparsa in tribunale per rispondere a accuse che potrebbero far crollare le sue ambizioni presidenziali. Con lo sguardo fisso e la voce ferma, ha dichiarato: “Risponderò a tutte le domande che il tribunale vorrà pormi”
, mentre i riflettori del mondo politico erano tutti puntati su di lei.
L’accusa è pesantissima: appropriazione indebita di fondi del Parlamento Europeo! Se riconosciuta colpevole, Le Pen potrebbe non solo essere condannata al carcere, ma vedersi precluso l’accesso alla vita politica per ben dieci anni. Un colpo devastante per chi sogna di prendere il posto di Emmanuel Macron nelle elezioni del 2027.
La leader del Rassemblement National (RN) è accusata di aver creato, insieme ai vertici del partito, una rete di “impieghi fittizi”
che avrebbe sottratto fondi destinati agli assistenti parlamentari. Ma non è tutto: questi collaboratori, secondo l’accusa, non avrebbero mai messo piede nel Parlamento Europeo e non avrebbero svolto alcuna attività reale. Tra gli imputati anche il vicepresidente del partito Louis Aliot e il portavoce Julien Odoul.
Le Pen, tuttavia, non sembra vacillare di fronte a queste accuse: “Non abbiamo infranto alcuna regola”
, ha affermato con un tono di sicurezza sorprendente prima dell’inizio del processo. La 56enne ha poi aggiunto che in gioco non c’è solo la sua reputazione, ma la libertà parlamentare stessa, e si dice pronta a difenderla con tutte le sue forze.
La posta in gioco è altissima: se condannata, oltre al carcere, potrebbe vedersi vietato l’accesso agli uffici pubblici per dieci anni, distruggendo ogni possibilità di candidarsi alle prossime elezioni presidenziali. Il processo, che si protrarrà fino al 27 novembre, coinvolge 25 persone, tra cui ex eurodeputati e assistenti parlamentari del RN.
Il caso ruota intorno a un presunto sistema di impieghi fittizi che si sarebbe esteso dal 2004 al 2016. Gli assistenti parlamentari, secondo i procuratori, avrebbero lavorato esclusivamente per il partito, lontani dalle aule del Parlamento. Persino figure come il bodyguard personale di Le Pen, il suo segretario, il capo di gabinetto e un grafico sarebbero stati impiegati con contratti fittizi per sfruttare al massimo i fondi europei.
Le accuse di appropriazione indebita prevedono pene severe: una multa fino a un milione di euro, dieci anni di carcere e l’interdizione dai pubblici uffici per altrettanti anni. Il Parlamento Europeo sostiene di aver perso tre milioni di euro a causa di queste pratiche, e sebbene il RN abbia già restituito un milione, insiste sul fatto che questo non rappresenta un’ammissione di colpa.
Il partito da anni accusa la giustizia di persecuzione politica. In loro difesa, i rappresentanti del RN ricordano il caso di François Bayrou, il centrista veterano che è stato assolto da accuse simili solo lo scorso febbraio. “Quello che vale per uno dovrebbe valere anche per gli altri”
, ha dichiarato il deputato del RN Sébastien Chenu, lanciando un chiaro riferimento alla vicenda Bayrou.
Le Pen e il RN, cavalcando l’onda dell’impopolarità di Macron, hanno ottenuto risultati sorprendenti nelle elezioni europee e legislative. Ma ora, con l’ombra di questo processo che minaccia il suo futuro politico, la domanda è: riuscirà Le Pen a sopravvivere a questa tempesta giudiziaria?
Foto: [Archivio Times Of Malta]