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Manovre cinesi attorno a Taiwan: cresce la pressione militare

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Un crescendo di tensione scuote le acque del Pacifico: nelle ultime ore, Taiwan ha registrato uno scenario inquietante. Sedici navi da guerra cinesi, accompagnate da 34 velivoli militari, sono state avvistate attorno all’isola, in quello che appare come uno degli episodi di pressione militare più significativi dell’anno. “Questi numeri testimoniano l’intensificarsi delle provocazioni di Pechino”  ha riferito il ministero della Difesa di Taiwan.

Le esercitazioni cinesi, che coprono un’area immensa, dalle isole meridionali del Giappone al Mar Cinese Meridionale, coinvolgono circa 90 tra navi militari e unità della guardia costiera. Un funzionario della sicurezza di Taiwan ha rivelato che queste operazioni includono “simulazioni di attacchi contro navi straniere e blocchi strategici delle rotte marittime.”  Una dimostrazione di forza che, secondo gli analisti, mira a inviare un messaggio chiaro e minaccioso: Taiwan è vulnerabile a un isolamento totale.

Dietro questa impressionante mobilitazione militare, non vi è alcun annuncio ufficiale da parte dell’esercito cinese o dei media di stato, ma gli osservatori collegano le manovre al recente tour del Presidente taiwanese Lai Ching-te. Il viaggio, che includeva due soste in territori statunitensi, ha suscitato “la furia di Pechino”  che considera Taiwan parte integrante della Cina.

Un funzionario taiwanese ha rivelato che “Pechino ha pianificato questa operazione marittima su larga scala a partire da ottobre, con l’intento di tracciare una linea rossa ben visibile agli occhi della prossima amministrazione statunitense.” Questa esercitazione è descritta come “significativamente più grande”  rispetto alla risposta cinese alla visita a Taipei dell’allora Speaker della Camera USA Nancy Pelosi nel 2022.

Il ministero degli Esteri di Taiwan ha condannato la crescente attività militare come prova che “la Cina continua a essere un elemento destabilizzante nel panorama globale.”  Tuttavia, Pechino, pur non confermando né smentendo le operazioni, ha addossato la colpa alle politiche di Taipei.

Anche l’ambasciata americana de facto a Taiwan, attraverso l’American Institute in Taiwan, ha espresso “preoccupazione” per l’intensificata attività militare cinese, descrivendola come “in linea con ciò che abbiamo osservato durante altre esercitazioni su vasta scala.”

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Secondo James Char, esperto militare presso la Nanyang Technological University di Singapore, il silenzio di Pechino su queste manovre ha uno scopo preciso: “dimostrare che lo Stretto di Taiwan e le acque circostanti sono sotto la sovranità cinese, rendendo superflua qualsiasi dichiarazione pubblica.” Questo atteggiamento, ha aggiunto, è un altro mezzo per “imporre la posizione della Cina agli altri.”

Intanto, Taiwan ha dichiarato che lo spazio aereo riservato lungo la costa cinese è tornato alla normalità, segnalando una momentanea tregua nelle tensioni. Tuttavia, l’isola continua a vivere sotto la costante minaccia di un’invasione da parte di Pechino, che non ha mai escluso l’uso della forza per riaffermare il suo controllo.

Pechino intensifica anche la sua opposizione a ogni riconoscimento internazionale di Taiwan, in particolare nei contatti con gli Stati Uniti. Il recente incontro del presidente Lai con il leader repubblicano Mike Johnson e le sue soste in territorio americano hanno ulteriormente esacerbato le tensioni.

Il conteggio delle navi da guerra cinesi registrato giovedì rappresenta il picco più alto dal 25 maggio scorso, quando 27 unità furono avvistate durante esercitazioni condotte a pochi giorni dall’insediamento di Lai.

Foto: AFP

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