Una vera rivoluzione è alle porte: l’Unione Europea ha deciso di dichiarare guerra al fumo passivo e alle sigarette elettroniche, proponendo di vietare il fumo in numerose aree all’aperto come parchi giochi, piscine e persino le terrazze dei ristoranti. Un cambiamento epocale che potrebbe trasformare il modo in cui ci godiamo gli spazi all’aperto!
Con una raccomandazione non vincolante, la Commissione Europea ha chiesto ai Paesi membri di estendere le attuali politiche sugli “ambienti senza fumo” per proteggere meglio la salute di tutti, in particolare quella dei bambini. Ma non è tutto: la richiesta va oltre le sigarette tradizionali e coinvolge anche le sigarette elettroniche e i dispositivi a tabacco riscaldato, che stanno catturando l’attenzione dei più giovani. Un’azione preventiva per fermare la nuova moda delle “sigarette tecnologiche” che, silenziosamente, minacciano le nuove generazioni.
“Abbiamo il dovere di proteggere i nostri cittadini, in particolare i bambini e i giovani, dall’esposizione al fumo e alle emissioni dannose
,” ha dichiarato con fermezza la Commissaria per la Salute, Stella Kyriakides.
Le statistiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sono inquietanti: oltre otto milioni di persone muoiono ogni anno a causa del consumo di tabacco, e di queste, ben 1,3 milioni sono non fumatori, vittime inconsapevoli del fumo passivo. Ma c’è di più: anche le emissioni delle sigarette elettroniche, apparentemente innocue, contengono nicotina e altre sostanze tossiche che mettono in pericolo la salute di chi è nelle vicinanze. Un veleno invisibile che si diffonde senza che ce ne accorgiamo.
Tra i luoghi che potrebbero diventare zone completamente libere dal fumo, la Commissione Europea ha menzionato le fermate degli autobus, gli zoo, i bar sui tetti e le terrazze dei caffè. Vi immaginate una serata all’aperto senza il fastidioso odore di tabacco? Questo futuro potrebbe non essere più così lontano.
L’obiettivo dell’UE è ambizioso: ridurre il numero di fumatori dal 25% attuale a meno del 5% entro il 2040, un pilastro fondamentale del “Piano per Battere il Cancro”. Tuttavia, la palla è nelle mani dei singoli Stati membri, poiché le competenze in materia di salute pubblica sono nazionali. La Commissione può solo invitare i Paesi a seguire queste raccomandazioni, ma saranno loro a decidere se e come attuarle.
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