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Kristi Noem al DHS: nuova strategia tra confini e sfide cruciali

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Un nuovo capitolo si apre nell’amministrazione Trump, con la sorprendente nomina della governatrice del South Dakota, Kristi Noem, a capo del Department of Homeland Security (DHS). Questo ruolo cruciale, che la pone al timone della sicurezza nazionale, è un elemento chiave nella crociata dell’ex presidente per bloccare l’immigrazione irregolare e rafforzare la sicurezza delle frontiere.

La conferma di Noem da parte del Senato è arrivata appena un giorno dopo l’approvazione di Pete Hegseth, volto noto di Fox News, come nuovo capo del Pentagono. Con queste nomine, Trump consolida la sua squadra di sicurezza nazionale, aggiungendo pezzi fondamentali come il segretario di Stato e il direttore della CIA.

Kristi Noem, 53 anni, è ben nota per il suo stretto legame con Trump e per il suo approccio diretto. Da governatrice al secondo mandato, si è fatta conoscere a livello internazionale per un episodio controverso: la candida ammissione di aver sparato al suo cane, Cricket, definendolo “intrattabile” . Un gesto che ha polarizzato l’opinione pubblica, ma che non ha intaccato il suo seguito tra i conservatori, conquistato con azioni come l’invio delle truppe della Guardia Nazionale del South Dakota al confine con il Messico, nonostante il suo Stato sia lontano migliaia di chilometri dalla frontiera.

Durante la sua audizione di conferma, Noem ha sottolineato con enfasi che il controllo della frontiera meridionale sarà una priorità assoluta, dichiarando: “Abbiamo la responsabilità di proteggere i nostri confini da chi potrebbe farci del male” e ribadendo l’importanza di un sistema che sia “equo e rispettoso della legge” .

Ma il suo incarico non si limiterà alle frontiere. Il DHS supervisiona anche le operazioni contro il terrorismo, la sicurezza informatica e la gestione delle emergenze, ambiti nei quali Noem promette di portare rigore e determinazione. Durante l’udienza, ha assicurato che “non ci sarà alcun pregiudizio politico nella distribuzione degli aiuti per i disastri naturali” . Tuttavia, queste parole suonano in contrasto con l’annuncio di Trump, che venerdì ha espresso l’intenzione di chiudere la Federal Emergency Management Agency (FEMA), dopo aver criticato aspramente la sua gestione di due uragani devastanti durante la campagna elettorale. Non solo: l’ex presidente ha minacciato di negare aiuti alla California, colpita da incendi storici, a meno che lo Stato non modifichi le sue leggi elettorali e ambientali.

Kristi Noem entra dunque in scena con una serie di sfide enormi davanti a sé, ma con il chiaro obiettivo di lasciare il segno in un’agenzia al centro delle politiche più controverse dell’era Trump.

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Foto: Jim WATSON / AFP

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