Il cuore di Israele è in fiamme! In una nazione già dilaniata dalla guerra, l’orrore si è consumato nuovamente: sei ostaggi, strappati alle loro famiglie durante l’attacco di Hamas del 7 ottobre, sono stati ritrovati senza vita in un tunnel sotterraneo nella striscia di Gaza. Una scoperta che ha scosso profondamente il paese e ha acceso la miccia di una rivolta popolare senza precedenti.
Migliaia di israeliani hanno invaso le strade di Tel Aviv e di altre città, con una sola richiesta: la liberazione immediata degli ostaggi ancora nelle mani dei militanti palestinesi. Le famiglie, ormai al limite della disperazione, non si sono trattenute: “Se non fosse stato per i ritardi, i sabotaggi e le scuse” – hanno accusato in una dichiarazione straziante – “i nostri cari sarebbero probabilmente ancora vivi
“. E così, la richiesta di uno sciopero generale nazionale è diventata un urlo collettivo che ha scosso le fondamenta del governo.
E la risposta non si è fatta attendere. Il potente sindacato israeliano Histadrut, un gigante nella scena politica e sociale del paese, ha ordinato uno sciopero completo a partire da lunedì. “Ho concluso che solo il nostro intervento può scuotere chi deve essere scosso” ha dichiarato con fermezza il presidente del sindacato, Arnon Bar-David. “Dalle sei di domattina, l’intera economia israeliana si fermerà
“. Una decisione che ha fatto eco nelle strade, dove migliaia di manifestanti hanno bloccato una delle principali autostrade di Tel Aviv, sfidando la polizia che ha subito dichiarato la protesta illegale e ha iniziato a disperdere la folla con misure di controllo.
I sei ostaggi, che includevano Carmel Gat, Eden Yerushalmi, Almog Sarusi, Ori Danino, l’americano-israeliano Hersh Goldberg-Polin e il russo-israeliano Alexander Lubanov, sono stati brutalmente assassinati, secondo quanto dichiarato dal portavoce militare Daniel Hagari. “Sono stati rapiti vivi la mattina del 7 ottobre e brutalmente assassinati dai terroristi di Hamas poco prima che riuscissimo a raggiungerli“, ha rivelato Hagari, in una dichiarazione che ha alimentato ulteriormente la rabbia pubblica. Dall’altra parte, un funzionario di Hamas con base in Qatar ha tentato di ribaltare la narrativa, affermando che sono stati “uccisi dai bombardamenti sionisti
“. Ma le autorità israeliane hanno respinto con forza queste accuse, definendole infondate.
Nel mezzo di questo dramma, il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden si è detto “devastato e oltraggiato
” per la morte degli ostaggi, ma ha ancora manifestato una speranza: quella di raggiungere un accordo che metta fine alla carneficina. Ma mentre i leader discutono, sul campo la guerra continua a mietere vittime. In Cisgiordania, le operazioni contro i militanti palestinesi hanno portato all’uccisione di tre ufficiali israeliani, in un contesto sempre più critico.
Nel frattempo, a Gaza, la devastazione causata dai continui bombardamenti ha lasciato una popolazione stremata. Ma c’è una flebile speranza: l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha avviato una campagna di vaccinazione di massa contro la poliomielite, nel tentativo di proteggere 640.000 bambini da una minaccia che sembrava sconfitta da tempo. “Speriamo che questa campagna di vaccinazione per i bambini si svolga in pace” ha dichiarato Yasser Shaaban, direttore dell’ospedale Al-Awda, mentre sopra le loro teste i droni continuavano a sorvolare il cielo minaccioso.
Foto: AFP