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Impeachment a Seoul: il parlamento sfiducia il presidente e il paese si divide

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Un terremoto politico scuote la Corea del Sud: il parlamento ha sfiduciato il presidente Yoon Suk Yeol, accusandolo di un fallito tentativo di legge marziale. Una decisione esplosiva che ha mobilitato centinaia di migliaia di persone nelle strade di Seoul, divise tra sostenitori e oppositori, e che ora lascia la nazione in bilico sul suo futuro politico.

Mentre la capitale si trasformava in un campo di battaglia simbolico, con 200.000 manifestanti pro-impeachment vicino al parlamento e 30.000 sostenitori del presidente a Gwanghwamun Square, il voto ha segnato un momento cruciale nella storia del paese. Su 300 legislatori, 204 hanno votato a favore della rimozione del presidente, mentre 85 si sono opposti e tre si sono astenuti. Il numero richiesto di voti era esattamente 200, il che ha reso il risultato ancora più clamoroso.

“L’impeachment di oggi è una grande vittoria del popolo,”  ha dichiarato con orgoglio Park Chan-dae, leader del Partito Democratico d’opposizione, subito dopo il voto. La folla esultante fuori dal parlamento sembrava condividere lo stesso entusiasmo. Un alto ufficiale di polizia ha confermato all’AFP che almeno 200.000 persone si erano radunate per chiedere la destituzione del presidente.

Ma non tutti erano contro Yoon. A Gwanghwamun Square, tra canti patriottici e bandiere sudcoreane e americane, Choi Hee-sun, 62 anni, ha espresso il suo sostegno al presidente, dichiarando: “Yoon non aveva altra scelta che dichiarare la legge marziale. Appoggio ogni decisione che ha preso come presidente.”

La sospensione di Yoon dalle sue funzioni è entrata immediatamente in vigore, mentre il primo ministro Han Duck-soo assume temporaneamente la guida del paese. Ora, la Corte Costituzionale avrà fino a 180 giorni per decidere se confermare o annullare l’impeachment. Con soli sei giudici attualmente in carica, qualsiasi decisione richiederà un consenso unanime.

L’indice di gradimento del presidente, già bassissimo, ha subito un ulteriore crollo. Secondo un sondaggio Gallup Korea pubblicato venerdì, il suo tasso di approvazione è sceso all’11%, con un impressionante 75% della popolazione che sostiene l’impeachment.

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“Non possiamo più tollerare la follia di Yoon,” ha dichiarato Hwang Jung-a, portavoce del Partito Democratico, che ha descritto l’impeachment come l’unico modo per “salvaguardare la Costituzione, lo stato di diritto, la democrazia e il futuro della Corea del Sud.”

L’opposizione ha accusato il presidente di insurrezione e di aver tentato un golpe, ma Yoon ha respinto le accuse definendole infondate. Il presidente ha contrattaccato, accusando a sua volta l’opposizione di collaborare con i nemici comunisti del paese. Nonostante l’intensificarsi delle pressioni, Yoon si è mostrato ostinato e sfidante, dichiarando che non si arrenderà senza combattere.

Nel frattempo, i cittadini si sono mobilitati in massa. Nei pressi del parlamento, dove le temperature sotto zero non hanno fermato le proteste, volontari hanno distribuito caffè caldo, cibo e scalda-mani. La cantante Yuri della band K-pop Girl’s Generation, il cui brano “Into the New World” è diventato un inno di protesta, ha scritto ai suoi fan: “State al sicuro e abbiate cura della vostra salute!”  Inoltre, ha pre-pagato pasti per i manifestanti.

Tra la folla, c’era chi si era organizzato in modo sorprendente. Una manifestante ha noleggiato un autobus per offrire ai genitori un luogo dove poter cambiare i pannolini e prendersi cura dei bambini, mentre un altro partecipante ha ammesso di aver rinunciato a una giornata di trekking per unirsi alla protesta: “Sono venuto qui per sostenere i miei concittadini,”  ha raccontato Kim Deuk-yun, 58 anni.

Se la Corte Costituzionale confermasse la destituzione, Yoon sarebbe il secondo presidente nella storia della Corea del Sud a essere rimosso dal suo incarico. Tuttavia, esiste un precedente in cui l’impeachment fu respinto. Nel 2004, la Corte reintegrò il presidente Roh Moo-hyun dopo che il parlamento lo aveva accusato di presunte violazioni della legge elettorale.

Nonostante il caos politico e il crollo della sua popolarità, Yoon sembra pronto a lottare fino alla fine, mentre il paese resta sospeso nell’incertezza. Le prossime settimane saranno cruciali per determinare il futuro non solo del presidente, ma anche della democrazia sudcoreana.

Foto: AFP

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