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i Repubblicani riconquistano il Senato: verso un’America profondamente divisa

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I Repubblicani si sono ripresi il Senato degli Stati Uniti, strappandolo ai Democratici e spezzando quattro anni di dominio dell’opposizione. La notizia, diffusa dai media americani nelle prime ore di mercoledì, ha il sapore di una vera svolta: questa vittoria potrebbe portare il partito di Donald Trump al controllo di ogni ramo del governo americano.

Se Trump dovesse tornare alla Casa Bianca, il Senato sotto controllo repubblicano gli garantirà l’appoggio per realizzare la sua agenda e nominare giudici alla potente Corte Suprema. Ma se invece la vincitrice fosse Kamala Harris, i prossimi anni si profilerebbero come una lunga battaglia politica, con i Democratici costretti a confrontarsi con una marea repubblicana pronta a bloccare ogni iniziativa.

Nel cuore del potere legislativo americano, il Congresso è diviso tra la Camera dei Rappresentanti, dove sono in gioco tutti i 435 seggi, e il Senato, con 100 membri e 34 seggi in palio quest’anno. Queste elezioni cruciali si svolgono parallelamente alla corsa presidenziale, aumentando la posta in gioco e l’incertezza.

Ad aprire i festeggiamenti per i Repubblicani è stato Jim Justice, governatore in carica della West Virginia, che ha facilmente trionfato per sostituire il moderato indipendente Joe Manchin, noto per le sue posizioni in linea con i Democratici. Ma non è finita qui. L’Ohio ha voltato pagina, con la sconfitta dello storico senatore democratico Sherrod Brown, battuto da Bernie Moreno, imprenditore con radici colombiane e supporto dichiarato di Trump.

Il colpo di scena è arrivato con Fox News e ABC, che hanno dichiarato la vittoria dei Repubblicani nel controllo del Senato subito dopo che la senatrice Deb Fischer ha difeso il proprio seggio in Nebraska da un’inaspettata sfida indipendente.

Texas Senator John Cornyn, che si propone come leader della maggioranza repubblicana dal prossimo gennaio, ha dichiarato“Sono impaziente di lavorare con il Presidente Trump e con la nostra nuova maggioranza conservatrice per rendere di nuovo grande l’America e riportare efficienza al Senato.”

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Con le vittorie di Justice e Moreno, i Repubblicani hanno invertito il precedente vantaggio 51-49 dei Democratici, e ora mirano a espandere ulteriormente la loro influenza, con possibili colpi di scena in Montana, Wisconsin e Pennsylvania.

Un Potere senza Precedenti

Le speranze dei Democratici di limitare i danni con vittorie in Texas e Florida sono svanite, con entrambi i seggi confermati facilmente dai Repubblicani.

Se i Repubblicani conquistassero tutti i seggi incerti, potrebbero chiudere queste elezioni con ben 55 seggi su 100, un numero che darebbe loro un potere straordinario per promuovere l’agenda interna di Trump e nominare giudici a piacimento, qualora lui trionfi su Harris.

E mentre i Democratici cercano di contenere le perdite, segnano comunque una vittoria storica: per la prima volta nella storia americana, due donne nere entreranno contemporaneamente in Senato. Angela Alsobrooks e Lisa Blunt Rochester, entrambe Democratiche, sono state elette rispettivamente in Maryland e Delaware. Dei 2.000 senatori statunitensi che hanno servito nel corso degli anni, solo tre sono state donne nere, inclusa la stessa Harris.

I numeri parlano chiaro: l’osservatorio indipendente OpenSecrets riporta che sono stati spesi ben 10 miliardi di dollari per le elezioni al Congresso quest’anno, una cifra quasi doppia rispetto ai 5,5 miliardi stimati per la corsa alla Casa Bianca del 2024, e solo leggermente inferiore rispetto a quella del 2020.

Il Senato non è solo simbolo di potere ma anche di responsabilità: spetta a quest’organo approvare trattati e nomine presidenziali, come ambasciatori e giudici della Corte Suprema, mentre tutte le leggi che riguardano le entrate fiscali devono iniziare dalla Camera dei Rappresentanti, dove il controllo finale potrebbe richiedere giorni di attesa.

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Nonostante la posizione di minoranza, i Democratici possono sperare in un ribaltamento nella Camera, dove basterebbero solo quattro seggi per riportare in equilibrio la bilancia.

Sarah McBride, infine, ha fatto la storia diventando la prima politica apertamente transgender eletta al Congresso, sconfiggendo il repubblicano John Whalen III e conquistando un seggio alla Camera per rappresentare il Delaware.

Foto: AFP

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