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Hamas riconsegna i corpi degli ostaggi: una cerimonia macabra che sconvolge Israele

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Un palco improvvisato sulla sabbia di Khan Yunis. Quattro bare nere allineate. Sopra, un’enorme immagine di Benjamin Netanyahu raffigurato come un vampiro insanguinato. Accanto, un miliziano armato scruta il silenzio. È qui che Hamas ha messo in scena la sua macabra cerimonia: la riconsegna dei corpi di quattro ostaggi israeliani, tra cui Shiri Bibas e i suoi due figli piccoli, Kfir e Ariel. Una scena che scuote Israele nel profondo, riportando alla luce il dolore di un conflitto che sembra non avere fine.

Per la prima volta dall’attacco del 7 ottobre 2023, Hamas ha restituito i cadaveri di alcuni ostaggi, un gesto che avviene nell’ambito della fragile tregua in corso, la stessa che ha visto il rilascio di prigionieri palestinesi in cambio di ostaggi israeliani ancora vivi.

“Sono stati uccisi dalle bombe americane”

La cerimonia, organizzata in un ex cimitero della Striscia di Gaza, è stata un macabro spettacolo di propaganda. Sul palco, accanto ai feretri, spiccavano finti missili bianchi con la scritta “Sono stati uccisi dalle bombe americane” . Ogni bara era accompagnata da una piccola foto della vittima. Un militante con il volto coperto da una kefiah rossa e bianca ha firmato i documenti con un rappresentante della Croce Rossa prima che i corpi venissero caricati su veicoli dell’organizzazione umanitaria.

L’esercito israeliano ha confermato poco dopo che i corpi erano stati trasferiti nelle mani delle proprie forze di sicurezza.

Il destino crudele della famiglia Bibas

La tragedia della famiglia Bibas è stata uno dei momenti più drammatici dell’attacco di Hamas. Il mondo intero ha visto i video diffusi dai miliziani: Shiri Bibas, terrorizzata, mentre veniva trascinata via con i suoi figli, Ariel, quattro anni, e il piccolo Kfir, appena nove mesi. Suo marito, Yarden Bibas, fu sequestrato separatamente e rilasciato il 1° febbraio in un precedente scambio di prigionieri.

La notizia della riconsegna dei corpi ha scatenato una nuova ondata di dolore e rabbia in Israele. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato che sarebbe stato “un giorno straziante per lo Stato di Israele, un giorno di lutto”.

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La speranza svanisce, ma la famiglia attende conferme

Hamas sostiene che Shiri e i suoi bambini siano morti nei primi giorni della guerra a causa di un bombardamento israeliano. Ma Israele non ha mai confermato questa versione, lasciando spazio a dubbi e speranze. Anche la famiglia Bibas, che per mesi si è aggrappata all’idea che potessero essere ancora vivi, si rifiuta di accettare la notizia senza prove certe.

In un comunicato diffuso nella notte, il Hostages and Missing Families Forum ha parlato di un annuncio “strappacuore”, ma la famiglia ha chiarito che attenderà la conferma ufficiale: “Se dovremo ricevere una notizia devastante, vogliamo che arrivi attraverso i canali ufficiali e dopo che tutte le procedure di identificazione saranno completate” .

Intanto, l’istituto di medicina forense di Tel Aviv ha mobilitato dieci specialisti per accelerare il processo di identificazione.

Scambi e tregua: cosa succederà ora?

Israele e Hamas hanno concordato la restituzione dei resti di otto ostaggi in due gruppi distinti, oltre alla liberazione degli ultimi sei prigionieri israeliani ancora vivi, prevista per sabato.

Tra i prigionieri destinati al rilascio vi sono Eliya Cohen, Tal Shoham, Omer Shem Tov, Omer Wenkert, Hisham al-Sayed e Avera Mengistu.

Nonostante reciproche accuse di violazioni, la tregua regge. Ma è messa a dura prova da tensioni crescenti, soprattutto dopo la controversa proposta dell’ex presidente USA Donald Trump di “prendere il controllo”  della Striscia di Gaza e trasferirne l’intera popolazione, un’idea che ha suscitato sdegno internazionale.

Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar ha annunciato che questa settimana partiranno i negoziati per una seconda fase della tregua. Nel frattempo, il leader di Hamas Taher al-Nunu ha dichiarato che il gruppo sarebbe disposto a rilasciare tutti gli ostaggi rimasti a Gaza in un “unico scambio”.

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Quanti ostaggi sono ancora nelle mani di Hamas? Nessuno lo sa con certezza. Quando il 7 ottobre i miliziani hanno attaccato Israele, hanno rapito 251 persone. Prima della riconsegna dei corpi di giovedì, restavano 70 ostaggi, di cui almeno 35 dichiarati morti dall’esercito israeliano.

L’attacco ha causato la morte di 1.211 persone in Israele, perlopiù civili, secondo i dati ufficiali israeliani. In risposta, la devastante offensiva israeliana ha provocato almeno 48.297 vittime a Gaza, la maggior parte civili, secondo il ministero della salute locale, le cui stime sono ritenute attendibili dalle Nazioni Unite.

Foto: AFP

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