Gli attacchi israeliani di domenica hanno messo fuori uso i due principali aeroporti della Siria, devastata dalla guerra, hanno riferito i media statali citando una fonte militare, mentre il ministero dei trasporti ha dichiarato che i voli sono stati dirottati su Latakia.
Mentre gli attacchi israeliani hanno ripetutamente causato il blocco dei voli negli aeroporti controllati dal governo nella capitale Damasco e nella città settentrionale di Aleppo, è la seconda volta che attacchi simultanei colpiscono le strutture dall’inizio del conflitto tra Israele e Hamas di questo mese.
“Intorno alle 5:25 (0225 GMT), il nemico israeliano ha effettuato… un attacco aereo… che ha preso di mira gli aeroporti internazionali di Damasco e Aleppo, causando la morte di un lavoratore civile all’aeroporto di Damasco e il ferimento di un altro”, ha dichiarato la fonte militare nella dichiarazione riportata dall’agenzia di stampa statale SANA.
“I danni materiali alle piste degli aeroporti li hanno messi fuori servizio”, ha aggiunto la dichiarazione. Il ministero dei Trasporti ha dichiarato che i voli sono stati dirottati sull’aeroporto di Latakia.
La fonte militare ha detto che gli attacchi “simultanei” provenivano “dalla direzione del Mediterraneo a ovest di Latakia e dalla direzione del Golan siriano occupato”, secondo la dichiarazione.
Il 12 ottobre, attacchi simultanei hanno messo fuori uso gli aeroporti di Damasco e Aleppo, ha dichiarato la Siria.
Lo scorso fine settimana, gli attacchi israeliani hanno preso di mira l’aeroporto di Aleppo, ferendo cinque persone, come ha riferito un osservatore di guerra, e mettendo fuori servizio anche l’aeroporto, secondo le autorità.
In oltre dieci anni di guerra in Siria, Israele ha lanciato centinaia di attacchi aerei contro il suo vicino settentrionale, colpendo principalmente le forze sostenute dall’Iran e i combattenti libanesi di Hezbollah, oltre alle postazioni dell’esercito siriano.
Israele raramente commenta i singoli attacchi che effettua in Siria, ma ha ripetutamente affermato che non permetterà al suo acerrimo nemico, l’Iran, che sostiene il governo del presidente Bashar al-Assad, di espandere la sua presenza nel Paese.
