Un dato scioccante scuote il 2024: 54 giornalisti uccisi mentre svolgevano il loro lavoro, e un terzo di loro sarebbe caduto sotto il fuoco dell’esercito israeliano. Questo è quanto emerge dal rapporto annuale di Reporters Without Borders (RSF), che non lascia spazio a dubbi sull’escalation di violenza contro la stampa.
Secondo l’ONG per la libertà di stampa, ben 18 reporter sono stati uccisi quest’anno dai militari israeliani, 16 a Gaza e due in Libano. “La Palestina si conferma il Paese più pericoloso al mondo per i giornalisti, registrando un numero di vittime superiore a qualsiasi altra nazione negli ultimi cinque anni,” si legge nel rapporto. La gravità della situazione ha spinto RSF a presentare quattro denunce alla Corte Penale Internazionale per “crimini di guerra contro i giornalisti commessi dall’esercito israeliano.”
Ma è a Gaza che si registra il bilancio più devastante: oltre 145 giornalisti uccisi dall’inizio della guerra in ottobre, 35 dei quali mentre stavano lavorando. RSF non usa mezzi termini, definendo la situazione “un bagno di sangue senza precedenti.”
In un rapporto parallelo, l’International Federation of Journalists (IFJ) riporta numeri ancora più drammatici: 104 giornalisti uccisi in tutto il mondo nel 2024, con più della metà delle vittime localizzate a Gaza. La differenza tra i dati di IFJ e RSF è dovuta a metodologie diverse, ma entrambe le organizzazioni sottolineano una realtà terribile per chi opera nell’informazione.
Israele respinge ogni accusa di intenzionalità: “Non accettiamo queste cifre, non le riteniamo corrette,”
ha dichiarato il portavoce del governo David Mercer in una conferenza stampa. Tuttavia, ammette che alcuni giornalisti sono stati uccisi durante attacchi aerei contro obiettivi militari.
Dopo Gaza, il Pakistan si piazza come il secondo luogo più pericoloso con sette morti, seguito da Bangladesh e Messico, con cinque vittime ciascuno. Per fare un confronto, nel 2023 il totale mondiale era di 45 giornalisti uccisi nello stesso periodo.
Ma i numeri non si fermano qui. Al 1° dicembre 2024, RSF conta 550 giornalisti detenuti in tutto il mondo, in aumento rispetto ai 513 dell’anno precedente. Tra i Paesi con il maggior numero di incarcerazioni spiccano Cina (124, di cui 11 a Hong Kong), Myanmar (61) e Israele (41).
A tutto ciò si aggiungono 55 giornalisti attualmente presi in ostaggio, tra cui due rapiti quest’anno. Quasi la metà di loro, ben 25, sono nelle mani dello Stato Islamico. Infine, 95 giornalisti risultano dispersi, con quattro nuovi casi segnalati nel 2024.
Foto: AFP