Un boato assordante, una palla di fuoco nel cielo e poi il nulla. Un aereo passeggeri e un elicottero militare si sono scontrati violentemente nei cieli di Washington mercoledì sera, precipitando nel gelido fiume Potomac. Nessuno si è salvato.
All’alba di giovedì, le speranze di trovare superstiti erano già svanite. Dopo una notte di ricerche disperate, i soccorritori hanno confermato l’inevitabile: “A questo punto non crediamo che ci siano sopravvissuti”
, ha dichiarato John Donnelly, capo dei vigili del fuoco di Washington.
Tutto è accaduto in pochi, drammatici secondi. Erano quasi le 21:00 (le 03:00 in Italia) quando un Bombardier della PSA, sussidiaria di American Airlines, era in fase di atterraggio al Ronald Reagan Washington National Airport. In quello stesso momento, un elicottero Black Hawk dell’esercito americano stava sorvolando la zona.
Poi, la collisione. Un filmato registrato dal Kennedy Center di Washington mostra i fari accecanti dell’aereo e le luci più fioche di un altro velivolo che si avvicina pericolosamente. Un attimo dopo, una gigantesca esplosione illumina il cielo. La fusoliera dell’aereo si spezza in tre parti e precipita nel Potomac, inghiottita dall’oscurità.
Un controllore di volo ha descritto la scena in una comunicazione radio: “Ho visto solo una palla di fuoco, poi più nulla. Da quel momento, niente più nel fiume.”
Un bilancio straziante
I sommozzatori hanno lavorato senza sosta per tutta la notte, sfidando acqua ghiacciata e condizioni proibitive. Alla fine, sono stati recuperati 28 corpi: 27 erano passeggeri dell’aereo, l’altro apparteneva a uno dei tre militari a bordo dell’elicottero.
American Airlines ha confermato che sul volo c’erano 60 passeggeri e quattro membri dell’equipaggio. Il Pentagono ha identificato l’elicottero come un Black Hawk impegnato in una missione di addestramento.
Tra le vittime anche nomi illustri del pattinaggio artistico. L’aereo trasportava atleti e allenatori, tra cui gli ex campioni del mondo russi Evgenia Shishkova e Vadim Naumov. Un colpo devastante per il mondo dello sport, che piange la scomparsa di alcune delle sue stelle più brillanti.
Una missione impossibile
Il recupero dei corpi si è rivelato un’impresa disperata. “L’acqua è fredda, buia e torbida. Le condizioni per i sommozzatori sono difficilissime. C’è vento, ghiaccio, ed è pericoloso”
, ha spiegato un soccorritore.
L’acqua del Potomac era così gelida che l’ipotermia poteva sopraggiungere in meno di 30 minuti. I detriti si sono già spinti fino al Maryland, trascinati dalla corrente.
Un errore fatale?
La domanda che ora tormenta tutti è: si poteva evitare questa tragedia?
L’aeroporto di Reagan è tra i più trafficati degli Stati Uniti, con voli commerciali e militari che si incrociano di continuo. Ma secondo gli esperti, il volo del Black Hawk rientrava nelle normali operazioni di addestramento e si svolgeva in condizioni di visibilità perfette.
Il pilota del Bombardier aveva sei anni di esperienza, mentre l’equipaggio dell’elicottero era considerato altamente qualificato. Eppure, qualcosa è andato terribilmente storto.
Pochi istanti prima dello schianto, i controllori di volo avevano lanciato un allarme: l’elicottero era sulla rotta di collisione con il jet passeggeri. Le registrazioni audio dalla torre di controllo sono raccapriccianti. Dopo l’impatto, si sentono solo sospiri increduli e il silenzio.
“Pat 2-5, hai il CRJ in vista?”, chiede un controllore all’elicottero Black Hawk. “Pat 2-5, passa dietro il CRJ”.
Poi, il nulla.
Il segretario ai Trasporti Sean Duffy non ha dubbi: “Questo incidente era assolutamente evitabile.”
Anche il presidente Donald Trump ha commentato l’accaduto sui social, puntando il dito contro la gestione del traffico aereo:
“Perché l’elicottero non è salito o sceso, o non ha fatto una virata? Perché la torre di controllo si è limitata a chiedere se vedevano l’aereo, invece di dare ordini chiari? Questa è una situazione terribile che si sarebbe dovuta prevenire. ASSOLUTAMENTE INACCETTABILE!!!”
Foto: AFP