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Francia in tensione: Barnier a rischio sfiducia nell’Assemblea

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Una tempesta politica senza precedenti si abbatte sulla Francia: il Primo Ministro Michel Barnier si trova a un passo dalla caduta, minacciato da una mozione di sfiducia che potrebbe spazzare via il suo governo. Lunedì, l’Assemblea Nazionale si prepara a discutere un piano di finanziamento della sicurezza sociale che ha fatto infuriare l’opposizione, con il National Rally di Marine Le Pen pronto a sferrare un colpo decisivo.

Appena insediato a settembre su nomina del Presidente Emmanuel Macron, dopo elezioni generali senza una chiara maggioranza, Barnier ha già vissuto mesi difficili. La sua fragile posizione politica lo ha costretto a ricorrere più volte all’articolo “49.3” della Costituzione, che consente di far passare leggi senza il voto parlamentare. Ma questa volta il rischio è altissimo: un tale gesto potrebbe scatenare una mozione di sfiducia con concrete possibilità di successo. “Tutto ciò che Barnier deve fare è accettare di negoziare,” ha dichiarato con tono glaciale Marine Le Pen, aggiungendo che “la decisione di una mozione di sfiducia dipenderà esclusivamente da lui” .

La tensione è alle stelle: il piano prevede tagli controversi alle contribuzioni sociali dei datori di lavoro, un parziale stop all’indicizzazione delle pensioni all’inflazione e una politica meno generosa sul rimborso dei farmaci. Con una mossa disperata, giovedì scorso Barnier ha cancellato un previsto aumento delle tasse sull’elettricità, ma questo gesto non è bastato a placare l’opposizione. Marine Le Pen non ha esitato a definire la strategia del governo “chiusa e partigiana”, sottolineando che “abbiamo preso atto di questa posizione” .

Il Ministro del Bilancio Laurent Saint-Martin ha cercato di difendere la proposta, definendola il risultato di un compromesso tra i deputati dell’Assemblea Nazionale e i membri del Senato. “Rifiutare questo testo significa rifiutare un accordo democratico,”  ha avvertito, mettendo in guardia contro un eventuale collasso del governo che potrebbe far schizzare in alto il rischio sul debito francese, già sotto l’occhio vigile delle agenzie di rating.

Con una mozione di sfiducia che potrebbe essere presentata già mercoledì, il clima politico è più teso che mai. Se il governo dovesse cadere, sarebbe la prima volta dal 1962, quando Georges Pompidou fu sfiduciato sotto la presidenza di Charles de Gaulle. Intanto, i socialisti, parte dell’opposizione di sinistra, hanno annunciato che voteranno contro il governo se l’articolo “49.3” verrà utilizzato, spiegando che “sarebbe l’unica scelta rimasta” .

L’Assemblea Nazionale potrebbe essere l’ultima trincea di Barnier, con il Presidente della Camera, Yael Braun-Pivet, che lo invita a negoziare con tutti i gruppi parlamentari. Ma dall’ufficio del Primo Ministro non arrivano segnali concreti: si limitano a dichiarare che “il Premier rimane aperto al dialogo, come ha sempre fatto”.

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Il conto alla rovescia è iniziato. La Francia osserva con il fiato sospeso, mentre la possibilità di una crisi politica senza precedenti incombe sempre più minacciosa.

Foto: [Archivio Times Of Malta]

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