L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha voluto chiarirlo subito: l’epidemia di mpox non è il nuovo Covid-19. Le parole dell’OMS sono chiare e rassicuranti: il virus è già noto e abbiamo gli strumenti per tenerlo sotto controllo. Ma c’è un nuovo nemico in circolazione, il Clade 1b, che ha costretto l’agenzia ONU a dichiarare un’emergenza sanitaria internazionale. Cosa nasconde questa nuova variante? E soprattutto, possiamo davvero sentirci al sicuro?
Nel luglio 2022, l’OMS ha lanciato l’allarme globale per la diffusione del Clade 2b, una variante meno grave del virus, che ha colpito principalmente uomini gay e bisessuali. Un allarme rientrato solo a maggio 2023. Ma ora l’attenzione è rivolta al Clade 1b, che sembra essere un avversario più ostico.
“Mpox non è il nuovo Covid,” ha affermato con forza Hans Kluge, direttore europeo dell’OMS. “Sappiamo come controllare il mpox. E, nella regione europea, conosciamo i passi necessari per eliminare del tutto la sua trasmissione
,” ha proseguito Kluge, con un messaggio che vuole tranquillizzare, ma non abbassare la guardia.
“Due anni fa, abbiamo controllato il mpox in Europa grazie al coinvolgimento diretto con le comunità più colpite. Abbiamo messo in atto una sorveglianza robusta; abbiamo indagato accuratamente i contatti dei nuovi casi; e abbiamo fornito solidi consigli di salute pubblica
.” Parole che mostrano una strategia già collaudata, ma che ora deve fare i conti con una nuova minaccia.
Come si trasmette?
E il Clade 1b? Come si diffonde? Hans Kluge rassicura: il rischio per la popolazione generale è basso. Ma le domande incalzano. “Andremo in lockdown nella regione europea dell’OMS, come è successo per il Covid-19? La risposta è chiaramente: ‘no’,” ha affermato.
La trasmissione avviene principalmente attraverso rapporti sessuali tra adulti, ma c’è di più. Kluge non esclude che una persona nella fase acuta dell’infezione, specialmente se presenta vesciche in bocca, possa trasmettere il virus tramite goccioline in contesti come quello domestico o ospedaliero. “Le modalità di trasmissione sono ancora un po’ poco chiare. È necessaria più ricerca
,” ha ammesso, lasciando intendere che non tutte le carte sono ancora sul tavolo.
Il portavoce dell’OMS, Tarik Jasarevic, ha però precisato: “Non stiamo raccomandando la vaccinazione di massa. Stiamo consigliando di utilizzare i vaccini nei contesti di epidemia per i gruppi più a rischio
.”
L’OMS ha dichiarato un’emergenza sanitaria internazionale il 14 agosto, a seguito dell’impennata di casi del Clade 1b nella Repubblica Democratica del Congo e della sua rapida diffusione nei paesi vicini. Siamo forse di fronte a un nuovo focolaio globale?
Clade 1: Una nuova mutazione
Il Clade 1 è sempre stato il ceppo più virulento e mortale del virus mpox, endemico nel Bacino del Congo, in Africa centrale. Ma ora c’è una novità: il Clade 1 si è diviso in due sottotipi, il Clade 1a e il Clade 1b. Quest’ultimo, il nuovo pericolo, è stato rilevato per la prima volta a settembre dello scorso anno nel nord-est della RDC e si sta diffondendo a ritmi preoccupanti.
Catherine Smallwood, responsabile del programma operativo per le emergenze dell’OMS Europa, ha spiegato che la divisione del Clade 1 in 1a e 1b riflette “un cambiamento nell’evoluzione del virus“. Tradizionalmente, il Clade 1a era legato a infezioni derivanti da animali malati, con una limitata trasmissione tra esseri umani all’interno delle comunità. Ma il Clade 1b è diverso: “non abbiamo isolato o rilevato la trasmissione zoonotica del Clade 1b,” ha spiegato Smallwood. “Quindi sembra essere un ceppo del virus che circola esclusivamente all’interno della popolazione umana
.”
La gravità del Clade 1b rispetto al Clade 1a è ancora in fase di studio, e gli esperti sono al lavoro per comprendere tutte le differenze.
La sfida dei vaccini
Le armi contro questo nuovo nemico sono già conosciute: i vaccini, sviluppati originariamente contro il vaiolo, si sono dimostrati efficaci anche contro il mpox. Due sono quelli maggiormente utilizzati: l’MVA-BN, prodotto dalla danese Bavarian Nordic, e l’LC16, giapponese. Negli Stati Uniti è disponibile anche l’ACAM2000, un vaccino di seconda generazione.
Ma la protezione non è immediata: “La possibilità che una persona vaccinata post-esposizione sviluppi la malattia dipende dalla tempestività della somministrazione del vaccino,” ha spiegato Smallwood. E non dimentichiamo che i vaccini possono essere utilizzati anche in modo preventivo per coloro che rischiano di essere esposti al virus. Jasarevic ha aggiunto: “I risultati degli studi di efficacia indicano che, dopo la vaccinazione, viene fornito un buon livello di protezione contro il mpox
.” Tuttavia, ci vogliono diverse settimane prima che l’immunità si sviluppi completamente.
Foto d’archivio AFP