È stato aperto un procedimento penale contro Inna Mosina dopo che un poliziotto ha trovato l’immagine di un arcobaleno sulla sua pagina Instagram. Foto: Shutterstock
La Russia ha presentato un’accusa di estremismo contro una donna di 33 anni in base alle nuove leggi che criminalizzano il sostegno alla comunità LGBTQ, ha dichiarato in data odierna un gruppo per i diritti.
A novembre la Corte Suprema ha messo al bando il “movimento internazionale LGBT”, affermando che i suoi attivisti dovrebbero essere considerati estremisti, consolidando la repressione di Mosca nei confronti dei gruppi minoritari.
“La donna, 33 anni, del posto, è accusata di ‘aver mostrato un simbolo di un’organizzazione estremista’”, ha dichiarato il gruppo per i diritti Perviy Otdel.
I documenti del tribunale riportano il nome di Inna Mosina, residente nella città sudoccidentale di Saratov.
Perviy Otdel ha dichiarato che rischia fino a 15 giorni di carcere o una multa fino a 2.000 rubli.
Il caso penale è stato aperto contro di lei dopo che un poliziotto ha trovato l’immagine di un arcobaleno sulla sua pagina Instagram.
Mosina afferma che il caso è infondato e che l’immagine è stata postata prima dell’entrata in vigore del decreto della Corte Suprema.
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Mediazona, un sito web che si occupa di casi giudiziari in Russia, ha riferito che il giudice ha chiesto a Mosina: “Da dove trae questa ispirazione artistica?”
“Dalla mia testa”, ha risposto lei.
Perviy Otdel ha sostenuto che il processo contro Mosina viola la Costituzione russa, che garantisce la libertà di opinione.
La prossima udienza si terrà il 5 febbraio.
La Russia è diventata un ambiente sempre più ostile per le minoranze, con il presidente Vladimir Putin che sostiene quelli che Mosca definisce vagamente come “valori familiari tradizionali”.
L’intervento militare su larga scala di Mosca in Ucraina è spesso dipinto in Russia come una lotta contro i valori liberali occidentali.