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Cuba nell’oscurità: blackout paralizza l’isola, cresce la disperazione

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Cuba è piombata nell’oscurità più totale. Un blackout di proporzioni catastrofiche ha messo in ginocchio l’intera isola, lasciando milioni di persone senza elettricità e scatenando il caos. Tra le ombre di questa notte interminabile, Tania Ramirez, una casalinga di 39 anni, cammina solitaria sul celebre lungomare del Malecon dell’Avana, cercando di sfuggire allo stress e alla disperazione che l’avvolgono. “Mi sento delusa, frustrata e senza speranza” confessa, dopo ore trascorse nell’incertezza. E la sua non è solo una questione di corrente elettrica: “Non manca solo l’elettricità, ma anche gas e acqua” , racconta con voce carica di stanchezza. Sono passate ben 11 ore da quando un’improvvisa interruzione della principale centrale termoelettrica ha fatto collassare l’intera rete energetica cubana.

Con il volto segnato dalla preoccupazione, Tania ammette che “la mia generazione vuole continuare a credere nella rivoluzione del 1959, ma la nostra resilienza ha un limite” . Un’amara riflessione in un paese che sta attraversando la peggiore crisi economica degli ultimi 30 anni. La spirale discendente dell’isola è evidente: inflazione vertiginosa, carenza di cibo, medicinali, carburante e acqua. E ora, da tre mesi, i cubani si trovano a combattere contro blackout che si fanno sempre più lunghi e insopportabili.

Le autorità cubane sono al lavoro dalla notte di venerdì per ripristinare l’elettricità, ma l’impresa sembra titanica. La chiusura improvvisa della centrale Antonio Guiteras, la più grande delle otto vecchie centrali a carbone dell’isola, ha mandato in tilt l’intero sistema elettrico nazionale, come ha spiegato Lazaro Guerra, direttore generale dell’energia al Ministero dell’Energia e delle Miniere. “Quando la centrale si è spenta, l’intero sistema è collassato” , ha detto Guerra alla televisione di stato, rassicurando che il governo sta cercando di ripristinare il servizio il più rapidamente possibile per i 11 milioni di abitanti dell’isola.

Ma con il calare della notte, l’Avana era avvolta da un’oscurità quasi totale. Solo gli hotel, gli ospedali e qualche azienda privata dotata di generatori propri riuscivano a illuminare timidamente la città. Le strade, solitamente animate, erano spettralmente vuote, senza trasporti pubblici e con i semafori fuori uso.

In alcuni angoli della città, piccoli gruppi di persone si riunivano, usando la debole luce dei loro telefoni cellulari per fare quattro chiacchiere con amici e parenti. Alcuni erano semplicemente usciti di casa per sfuggire al caldo opprimente, con temperature che sfioravano i 30 gradi. Betsabe Valdes, 40 anni, imprenditrice autonoma, racconta con preoccupazione la sua situazione: “Abbiamo una bambina piccola e viviamo in un edificio che non è messo benissimo. Dobbiamo scendere giù e sederci qui per respirare un po’”. La sua angoscia principale? Il cibo nel frigorifero. “Mi fa male pensare che possa andare a male se la corrente non torna presto” , dice con un filo di voce.

Il blackout è arrivato poche ore dopo che il governo aveva dichiarato un’emergenza energetica e sospeso tutte le attività commerciali. In alcune province, i blackout si sono protratti per oltre 20 ore negli ultimi giorni. “Quello che vogliamo è l’elettricità, non le spiegazioni che ci danno” si lamenta Pablo Reve, un insegnante di 61 anni. Tuttavia, con un tocco di rassegnata ironia, aggiunge: “Adesso giochiamo a domino e ridiamo persino della nostra sfortuna. Non ci resta che andare avanti.”

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Alla fine di venerdì, la compagnia elettrica è riuscita a ripristinare un livello minimo di fornitura elettrica attraverso “microsistemi” collegati, utili per riavviare le centrali termiche e quelle galleggianti. “Abbiamo una strategia ben definita e stiamo rispettando tutti i protocolli per farlo in sicurezza”  ha dichiarato il ministro dell’Energia, Vicente de la O Levy.

Per rafforzare la sua rete elettrica, Cuba ha affittato sette centrali elettriche galleggianti da aziende turche e ha installato numerosi piccoli generatori alimentati a diesel. Ma Tania Ramirez rimane scettica. “Le soluzioni sembrano lontane. Non vedo miglioramenti immediati, anzi, temo proprio il contrario.”

Foto: AFP

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