Il Regno Unito sta correndo contro il tempo per ristabilire i suoi legami commerciali con l’Unione Europea e si affida al commercio internazionale come leva fondamentale per risollevare la sua economia in difficoltà. È questo il messaggio lanciato dal ministro del commercio Douglas Alexander in un’intervista all’AFP, dove ha sottolineato la necessità di una rapida azione per evitare ulteriori danni economici.
“Il voto del 2016 per lasciare l’UE ha causato una vera e propria rivoluzione nella nostra politica commerciale, portando a enormi disagi,”
ha dichiarato Alexander. Secondo lui, il Regno Unito deve ora ripensare radicalmente la propria strategia globale per competere sui mercati internazionali. In missione a Ginevra, Alexander ha incontrato il capo dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) come parte di un piano per dare vita a una strategia commerciale a lungo termine, prevista per la primavera del 2025.
“Il fatto che questa sia la mia prima visita europea testimonia l’impegno forte e chiaro del nuovo governo nei confronti dell’OMC e del sistema commerciale multilaterale,”
ha sottolineato con decisione Alexander.
Con la vittoria travolgente del Partito Laburista di Keir Starmer alle elezioni di luglio, che ha messo fine a 14 anni di governo conservatore, Alexander ha affermato che il Regno Unito sarà “la democrazia politicamente più stabile del G7 nei prossimi anni.” Sebbene la stabilità politica non garantisca da sola quella economica, “sicuramente ci mette nella direzione giusta,”
ha aggiunto il ministro.
“Come nuovo governo, siamo assolutamente determinati a ricalibrare i rapporti con i nostri amici e partner nell’UE, oltre a perseguire nuove opportunità con i mercati globali,”
ha aggiunto, gettando così le basi per una nuova era del commercio britannico.
Una strategia commerciale tutta nuova
Per Alexander, il commercio è la chiave per raggiungere la missione fondamentale del governo Starmer: far crescere l’economia britannica. “Il commercio è uno degli strumenti più potenti che abbiamo per garantire stabilità economica e fiscale,”
ha dichiarato con fermezza.
Nonostante la crescita dello 0,5% registrata dall’economia britannica nel secondo trimestre del 2024, le cicatrici lasciate dalla Brexit sono ancora ben visibili. Dopo una breve recessione nella seconda metà del 2023, le relazioni commerciali con l’UE, che rappresenta ancora il 47% del commercio del Regno Unito, sono in una fase critica. “C’è un’urgenza assoluta nel ricostruire la nostra relazione con l’Unione Europea,”
ha ammesso Alexander senza mezzi termini.
La visita a Ginevra non è stata solo un’occasione di incontro, ma anche un’opportunità per ascoltare e riflettere su come il WTO possa giocare un ruolo chiave nella nuova strategia commerciale britannica. Da quando ha lasciato l’UE nel 2020, Londra ha ripreso a negoziare autonomamente con l’organizzazione mondiale, ma la strada è ancora lunga. “Abbiamo un’agenda ambiziosa per sbloccare nuove opportunità oltre l’UE, mentre cerchiamo di riformare la nostra relazione con Bruxelles,”
ha dichiarato Alexander, delineando il quadro di un futuro che punta tutto sul commercio digitale, in un’economia britannica in cui i servizi rappresentano l’81% del PIL.
Venti contrari, ma nuove opportunità all’orizzonte
Il WTO, spesso accusato di essere inefficiente, trova in Alexander un sostenitore appassionato. L’organizzazione, a suo dire, è “un’istituzione indispensabile per la cooperazione internazionale” e fondamentale per il futuro della strategia commerciale britannica. Il ministro ha anche espresso pieno sostegno alla rielezione dell’attuale direttrice generale Ngozi Okonjo-Iweala, descrivendola come una leader che ha portato “autorevolezza, credibilità e capacità”
a un’organizzazione che troppo spesso è stata vittima di immobilismo.
“Nonostante le sfide globali, la crescita del commercio rimane più debole di quanto avremmo voluto, ma è ancora la chiave per rilanciare l’economia,”
ha concluso Alexander, lasciando intendere che il commercio internazionale rimarrà al centro delle priorità del governo.
Foto: [Archivio Times Of Malta]