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“caos in Corea del Sud: mandato d’arresto per l’ex presidente Yoon”

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Un tribunale della Corea del Sud ha scatenato il caos emettendo un mandato di arresto per l’ex presidente Yoon Suk Yeol, rimosso dalla sua carica in circostanze drammatiche. Centinaia di sostenitori si sono riversati davanti alla sua residenza privata, sventolando bandiere e gridando a gran voce “La legge marziale è legale! L’impeachment è invalido!” . L’atmosfera era rovente, con i manifestanti determinati a difendere Yoon, mentre le autorità intensificavano le accuse di insurrezione contro di lui.

L’indagine, focalizzata sulla dichiarazione della legge marziale avvenuta il 3 dicembre, ha preso una piega decisiva dopo che Yoon ha ignorato per la terza volta la convocazione per gli interrogatori. Gli investigatori hanno agito rapidamente richiedendo un mandato d’arresto, accompagnato da un ordine di perquisizione. Ma il colpo di scena è arrivato con l’opposizione del servizio di sicurezza presidenziale, che aveva già bloccato in passato simili interventi.

“Questo mandato è illegale e invalido”, ha dichiarato il legale di Yoon, promettendo di ricorrere a un’ingiunzione per annullarlo. Intanto, i sostenitori come Song Mi-ja non si tirano indietro: “Sono qui perché è scioccante che vogliano arrestare il nostro presidente. La legge marziale non era un’insurrezione; ciò che stanno facendo ora lo è!”

Le tensioni aumentano, con la polizia schierata in forze per mantenere l’ordine, mentre il futuro dell’ex presidente sembra appeso a un filo.

La bufera legale

Yoon, già sospeso dalle sue funzioni presidenziali, deve affrontare accuse gravissime: insurrezione e abuso di potere, crimini che potrebbero condannarlo all’ergastolo o addirittura alla pena capitale. Secondo gli investigatori, ci sono “sufficienti prove probabili” per dimostrare che abbia orchestrato un complotto. Ma il suo avvocato ribatte con fermezza: “Non vi è alcuna intenzione di minare l’ordine costituzionale o di avviare una rivolta.”

Parallelamente, le autorità hanno perquisito gli uffici del controspionaggio militare, incriminando due alti ufficiali per presunti legami con l’insurrezione. Gli sviluppi aumentano la pressione su Yoon, mentre il mandato di arresto rimarrà valido solo fino a lunedì.

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Uno scenario incerto

Nonostante le dichiarazioni di esperti legali, come Yun Bok-nam, che sostengono che “il servizio di sicurezza presidenziale non ha alcuna base legale per opporsi al mandato d’arresto” , i media locali ritengono che l’arresto immediato sia improbabile. Gli investigatori potrebbero cercare una mediazione con il servizio di sicurezza per evitare un’escalation.

La drammatica ascesa e caduta di Yoon

Il rapporto della procura rivela dettagli inquietanti: Yoon avrebbe autorizzato l’uso delle armi per consentire all’esercito di entrare in parlamento durante il tentativo fallito di imporre la legge marziale. Le discussioni per questa mossa erano iniziate già a marzo con gli alti ufficiali militari. Il 3 dicembre, in un discorso televisivo a sorpresa, Yoon ha dichiarato la legge marziale, sostenendo che fosse necessaria per eliminare “elementi anti-stato” . Ma il parlamento ha reagito rapidamente, respingendo il provvedimento mentre i militari lanciavano un assalto senza precedenti: truppe armate hanno sfondato finestre, scalato recinzioni e sono atterrate in elicottero nell’edificio.

Ora, la corte costituzionale è chiamata a decidere il destino di Yoon, in un clima di tensione senza precedenti.

Una crisi politica senza fine

Come se la situazione non fosse già critica, il successore di Yoon, Han Duck-soo, è stato anch’egli destituito dal parlamento per aver ignorato richieste di indagini sul suo predecessore. Il nuovo presidente ad interim, Choi Sang-mok, si trova improvvisamente al centro di una tempesta politica, con il disastro aereo di Jeju, che ha causato 179 vittime, come prima emergenza da affrontare.

In un atto che potrebbe placare le tensioni, Choi ha nominato due nuovi giudici per la corte costituzionale, soddisfacendo una delle principali richieste dell’opposizione. Ma con un paese profondamente diviso, il futuro resta incerto.

Foto: [Archivio Times of Malta]

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