Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha lanciato un appello disperato e carico di urgenza a Hamas, esortandoli a cogliere immediatamente l’ultima occasione per accettare un piano di cessate il fuoco, destinato a porre fine all’incessante sofferenza a Gaza. Ma questo non è tutto: Blinken ha scatenato anche una clamorosa disputa con Israele, chiudendo il suo nono e drammatico viaggio diplomatico nella regione.
Blinken, consapevole della gravità del momento, ha avvertito che la proposta di tregua, sostenuta dagli Stati Uniti, potrebbe essere “l’ultima possibilità” per fermare l’escalation del conflitto. “Il tempo è essenziale,” ha dichiarato con urgenza dopo una serie di incontri cruciali con i principali mediatori arabi in Qatar, Egitto e Israele. “Con ogni giorno che passa, altre persone innocenti soffrono ingiustamente.”
Le sue parole hanno fatto eco all’ansia crescente di un mondo che guarda con preoccupazione la regione sul filo del rasoio.
Gli Stati Uniti, nella loro incessante ricerca di una soluzione, hanno presentato nuove proposte per colmare le divisioni tra le parti e hanno fatto leva su Qatar ed Egitto per esercitare una pressione senza precedenti su Hamas, esortandoli a tornare subito al tavolo dei negoziati al Cairo. Ma, in un colpo di scena inaspettato, un giorno dopo che Blinken aveva annunciato che Israele era a bordo, i media israeliani hanno riportato la sconcertante notizia che il Primo Ministro Benjamin Netanyahu si oppone su un punto cruciale. Netanyahu è irremovibile: Israele deve mantenere il controllo del Corridoio di Philadelphi, la critica frontiera tra Gaza e l’Egitto che le truppe israeliane hanno strappato a Hamas, il quale si affida a tunnel segreti per rifornirsi di armi. Ma Blinken ha insistito che Israele aveva già accettato il “programma e la posizione” del ritiro delle truppe da Gaza, ribadendo fermamente che gli Stati Uniti non accetteranno “nessuna occupazione a lungo termine di Gaza da parte di Israele.”
L’ombra di una crisi regionale più ampia incombe minacciosa. L’Egitto, il primo paese arabo a stringere la pace con Israele, è furioso per l’occupazione del confine. Nel frattempo, Blinken ha tentato di sedurre Netanyahu con la promessa di una normalizzazione dei rapporti con il mondo arabo, fino ad arrivare alla possibilità di un’alleanza storica con l’Arabia Saudita. Ma il presidente egiziano Al-Sisi, in un incontro carico di tensione al suo palazzo estivo sul Mediterraneo, ha tagliato corto: “È giunto il momento di porre fine a questa guerra.”
Blinken, determinato a trovare una soluzione, è poi volato a Doha per incontrare l’Emiro Sheikh Tamim bin Hamad Al-Thani, ma l’incontro è stato rimandato a causa di un malessere del leader del Qatar, lasciando in sospeso una conversazione che avrebbe potuto fare la differenza.
Sul fronte libanese, l’aria è ancora più tesa. Hezbollah, il movimento sciita sostenuto dall’Iran, continua a lanciare attacchi contro le truppe israeliane, e le schermaglie al confine sono ormai all’ordine del giorno. Ma è stato l’assassinio del leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, avvenuto durante una visita a Teheran, a scatenare l’indignazione dell’Iran, che ha giurato vendetta contro Israele. Anche se, fino ad ora, ha evitato di agire, probabilmente per paura delle conseguenze devastanti di una guerra regionale che potrebbe soffocare ogni speranza di tregua a Gaza.
Intanto, in Israele, la pressione interna monta. Migliaia di persone protestano, chiedendo a gran voce che Netanyahu accetti il cessate il fuoco, che potrebbe finalmente riportare a casa gli ostaggi catturati da Hamas il 7 ottobre. La scorsa settimana, l’esercito israeliano ha recuperato i corpi di sei ostaggi nei tunnel di Gaza, alcuni dei quali sarebbero stati uccisi durante operazioni militari israeliane. Nel frattempo, il bilancio delle vittime continua a salire tragicamente: secondo il ministero della salute di Gaza, gestito da Hamas, l’offensiva israeliana ha già provocato la morte di 40.173 palestinesi.
La proposta americana prevede un congelamento dei combattimenti per sei settimane, durante le quali si procederebbe allo scambio di ostaggi israeliani con prigionieri palestinesi, mentre gli aiuti umanitari affluirebbero finalmente a Gaza. Ma il presidente Biden deve fronteggiare una crescente opposizione interna, con manifestazioni pro-palestinesi che minacciano di minare il supporto alla sua amministrazione e complicare ulteriormente il quadro politico.
Il tempo stringe, le tensioni aumentano e il mondo intero attende con il fiato sospeso, mentre Blinken lancia un ultimo appello disperato affinché Israele e Hamas dimostrino “massima flessibilità”
e trovino un accordo che possa finalmente porre fine a questo incubo senza fine.
Foto: AFP