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Basilea al bivio: 40 milioni per l’Eurovision o un taglio drastico?

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Il cantante svizzero Nemo, che con la sua trascinante canzone “The Code” ha conquistato il titolo di vincitore all’Eurovision Song Contest 2024, ha innescato un acceso dibattito che sta scuotendo tutta la Svizzera. A Basilea, i cittadini si preparano a decidere se destinare una cifra astronomica di quasi 40 milioni di dollari per ospitare l’edizione 2025 del celebre evento. Mentre i sostenitori lo vedono come un’opportunità senza precedenti per il turismo e la cultura, i critici lo attaccano duramente, definendolo uno “spreco intollerabile”  di denaro pubblico e persino un atto di blasfemia.

“Se i fondi non verranno approvati, l’Eurovision sarà drasticamente ridimensionato, diventando solo uno spettacolo televisivo di una sera”  ha avvertito Edi Estermann, responsabile della comunicazione per l’edizione 2025. Questo significherebbe rinunciare ai dieci giorni di eventi pubblici previsti in tutta Basilea, perdendo valore per la città e per l’intera Svizzera. Dopo il trionfo di Nemo a Malmo, in Svezia, la Svizzera ha ottenuto il diritto di ospitare l’evento, garantendosi una vetrina globale. Tuttavia, a Basilea, la prospettiva di spendere milioni di franchi per il festival ha sollevato polemiche feroci.

Scontri tra tradizione e modernità

A guidare la battaglia contro il finanziamento c’è l’Unione Democratica Federale di Svizzera (EDU), un partito ultra-conservatore e cristiano fondamentalista. Philippe Karoubi, membro del consiglio EDU, ha dichiarato: “Questa è una spesa pubblica totalmente sproporzionata, un vero spreco.” Ma non è solo una questione di soldi: EDU accusa l’Eurovision di essere diventato un palcoscenico per “provocazioni ideologiche” contrarie ai valori tradizionali. Tra le performance sotto accusa spicca quella dell’artista irlandese Bambie Thug, descritta come “quasi una messa nera pubblica.”

Il partito critica inoltre il fatto che i profitti derivanti dall’evento andrebbero principalmente a privati, come hotel e ristoranti, mentre i costi ricadrebbero interamente sui contribuenti. Eppure, secondo l’EBU, gli impatti economici positivi dell’Eurovision sono innegabili: Malmo, che ha ospitato l’evento nel 2024, ha registrato “un flusso di visitatori internazionali che hanno speso generosamente.”  Basilea punta a ricavi di circa 60 milioni di franchi, in particolare grazie al turismo e al settore dell’ospitalità.

Il futuro incerto dell’Eurovision in Svizzera

Ma cosa accadrebbe se i fondi venissero bloccati? Le opzioni sono poche e drastiche. L’evento potrebbe essere spostato in un’altra città svizzera, ma Estermann sottolinea: “I preparativi sono già a uno stadio avanzato a Basilea.”  Un trasferimento richiederebbe una complessa riorganizzazione, con il rischio di compromettere l’intera edizione 2025, la cui finale è prevista per il 17 maggio.

Con così tanto in gioco, il destino dell’Eurovision in Svizzera sarà deciso direttamente dai cittadini di Basilea. La battaglia tra innovazione e tradizione, tra spettacolo e fede, è appena iniziata.

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Foto: [Archivio Times Of Malta]

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