Un vero terremoto politico scuote la Bolivia! Un giudice ha ordinato l’arresto dell’ex presidente Evo Morales, accusandolo di una presunta relazione con una minorenne durante il suo mandato presidenziale. Questo ordine arriva come un fulmine a ciel sereno, infiammando un dibattito nazionale e segnando un nuovo capitolo in uno scontro politico già al calor bianco. A peggiorare la situazione, le autorità hanno bloccato i beni di Morales e gli hanno vietato di lasciare il Paese.
L’ex leader, che si era guadagnato il rispetto e la fama ascendendo dalle umili origini fino a diventare il primo presidente indigeno della Bolivia, non ha tardato a rispondere. In un post infuocato su X, Morales ha dichiarato che il processo legale è “fazioso e servile al governo di Luis Arce”, un tempo suo alleato, ora il suo principale rivale. “I miei accusatori non cercano giustizia, vogliono eliminarmi politicamente prima delle elezioni presidenziali,”
ha scritto Morales, lanciando pesanti accuse di persecuzione.
Un’accusa scottante che divide il Paese
Le accuse risalgono al 2015, quando Morales avrebbe avuto una relazione con una ragazza di 15 anni, con la quale avrebbe avuto un figlio l’anno successivo. Secondo i pubblici ministeri, i genitori della ragazza avrebbero iscritto la figlia nella guardia giovanile del partito di Morales “con l’unico scopo di ottenere vantaggi politici in cambio della loro figlia minorenne”
. Se riconosciuto colpevole, Morales rischia una pena tra i 10 e i 15 anni di carcere, come ha spiegato la procuratrice Sandra Gutierrez.
Nel frattempo, il padre della ragazza è stato arrestato e si trova in custodia preventiva da ottobre. Morales, che non si è presentato a due udienze consecutive, ha giustificato la sua assenza con problemi di salute, ma il giudice ha respinto i certificati medici e ha proceduto con il processo.
Il controattacco di Morales
Morales non si è limitato a difendersi, ma ha rilanciato, definendo l’intera vicenda un complotto politico orchestrato dal presidente Luis Arce per impedirgli di tornare al potere. “Un’inchiesta simile nel 2020 era stata archiviata per mancanza di prove,”
ha affermato Morales, ricordando come questa nuova indagine rappresenti un tentativo di bloccarlo in vista delle elezioni presidenziali del 2025.
Le strade della Bolivia sono in fermento: i sostenitori di Morales, fedeli al leader, hanno bloccato per settimane l’accesso alla regione di Cochabamba, causando una crisi di approvvigionamento di cibo e carburante. “Se sarà necessario difenderlo con le nostre vite, lo faremo,” ha dichiarato Vicente Choque, leader del sindacato CSUTCB.
Un leader tra gloria e polemiche
La figura di Morales è emblematica: simbolo di progresso economico per alcuni, leader controverso per altri. Dopo essere stato costretto a dimettersi nel 2019 in seguito a elezioni macchiate da accuse di frode, ha trascorso un anno in esilio in Argentina prima di fare ritorno in patria. Sebbene sia stato escluso dalla possibilità di candidarsi per un terzo mandato consecutivo, Morales non si arrende: punta a conquistare la nomination del partito MAS per le presidenziali del 2025.
Ma il Paese si interroga: Morales è ancora il futuro della Bolivia, o rappresenta un passato che non vuole cedere il passo?
Foto: AFP