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Il ritorno inaspettato del Subbuteo: da gioco dimenticato a fenomeno di nuovo
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2 mesi agoon
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Redazione AI
Prevedo una vittoria schiacciante dell’Aston Villa per 3-1 contro il Manchester United oggi pomeriggio, un risultato che potrebbe segnare la fine dell’era Erik ten Hag allo United.
La scorsa settimana ho parlato del recente campionato mondiale di puzzle, scherzando su come mi piacerebbe vedere ogni quattro anni un nuovo gioco da tavolo diventare sport olimpico.
Era un commento fatto in modo leggero, ma devo ammettere che molti di voi mi hanno scritto dicendo che sarebbero felicissimi di vedere qualunque cosa prendere il posto della marcia, anche una partita infuocata di Snap.
Tra i tanti messaggi, però, c’è stato un termine che è emerso più volte: Subbuteo.
Mamma mia, non pensavo al Subbuteo da anni.
Che gioco straordinario! Il campo in feltro morbido, le porte fragili, i piccoli giocatori di plastica, i tabelloni ‘elettronici’, i portieri infilzati su bastoncini, il mitico blu-tack negli angoli. Quanti ricordi! Credo di aver passato mille ore a giocare, facendo scivolare quei piccoli calciatori fino a quando le dita non mi facevano male. Oppure fino a quando non si spezzavano.
Dopo questo tuffo nei ricordi, ho sentito il bisogno di capire che fine avesse fatto il gioco. Qualcuno ci gioca ancora? I videogiochi hanno ucciso il Subbuteo? Lo producono ancora?
Beh, lasciate che ve lo dica con grande gioia: il Subbuteo è ancora vivo e vegeto – soprattutto in Inghilterra, ma anche in diversi altri paesi.
In un certo senso, il gioco deve ringraziare la pandemia per il suo ritorno in auge.
Immagino che, costrette a casa, le persone si siano stancate di fare tutto online e abbiano tirato fuori i vecchi giochi da tavolo per ammazzare il tempo. E, tra questi, sono spuntati molti set di Subbuteo, perché dall’inizio della pandemia a oggi, il numero di membri dell’Associazione Subbuteo Inglese è passato da 500 a 4.000, e il numero di club attivi è schizzato da 4 a 50.
Ovviamente, siamo lontani dall’apice del gioco negli anni ’70 e ’80, quando ogni tavolo da pranzo si trasformava in un mini stadio di calcio. Ma è bello vedere il Subbuteo tornare in scena.
Pochi giorni fa, si è svolta la Coppa del Mondo di Subbuteo a Royal Tunbridge Wells, il luogo in cui è stato inventato nel 1946, con giocatori provenienti da 15 paesi (e sì, l’Inghilterra è stata eliminata ai quarti, se ve lo steste chiedendo).
Non sarà imponente come il torneo di puzzle (3.000 persone da 70 paesi), ma è decisamente più complicato allestire una partita di Subbuteo che sedersi a fare un puzzle, soprattutto perché hai bisogno di un avversario.
Ma ora basta, ho cose più importanti da fare. Quel set di Subbuteo che ho ordinato online non si confermerà da solo…
L’ultima occasione di Ten Hag
Entro le 17:00 di oggi sapremo probabilmente se il Manchester United dovrà cercare un nuovo allenatore. Dopo la disastrosa sconfitta contro il Tottenham della scorsa settimana, si era detto che Erik ten Hag avrebbe avuto due partite per salvare la panchina: la sfida di Europa League contro il Porto di giovedì e la temuta trasferta di oggi contro l’Aston Villa.
Ovviamente, il club non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito. Ma quasi tutti pensano che sia un ultimatum non dichiarato.
La prima partita è stata un disastro: lo United ha buttato via un vantaggio di 2-0, Bruno Fernandes è stato espulso e, nonostante siano riusciti a strappare un 3-3 nei minuti di recupero, la prestazione ha messo in evidenza la gravità dei problemi della squadra.
Oggi pomeriggio si portano dietro questi problemi a Villa Park, dove il team di casa sarà galvanizzato dalla vittoria in Champions League contro il Bayern Monaco.
Erik e i suoi potrebbero sorprenderci con una prestazione che salvi la sua carriera. Ma io non credo proprio. La mia previsione: un facile 3-1 per i padroni di casa.
Questo sancirà la fine della carriera di Ten Hag allo United? Non è certo, ma molto probabile.
Un momento cruciale per Lee Carsley
Potrei lamentarmi per l’ennesima pausa internazionale, ma sarebbe come sparare sulla croce rossa.
Il fatto che “l’ultima” pausa sia stata solo quattro settimane fa dimostra quanto queste interruzioni del calendario domestico siano troppo frequenti.
Ma lasciamo stare per ora, concentriamoci invece sulle prossime partite dell’Inghilterra contro Grecia e Finlandia nella Nations League.
Questa è, essenzialmente, la seconda parte dell’audizione di Lee Carsley per ottenere il ruolo di allenatore a tempo pieno. E, a essere onesti, non c’è molto da temere da Grecia e Finlandia.
C’è però una svolta interessante che potrebbe rendere la prossima settimana più intrigante: la squadra. Perché? Beh, l’ultima volta Carsley ha avuto vita facile. Gli infortuni lo hanno privato di molte delle sue superstar, quindi non ha dovuto prendere decisioni difficili.
Come tutti sappiamo, la questione più pressante per l’Inghilterra è come sfruttare al meglio l’enorme quantità di talenti offensivi a disposizione. Ma durante la pausa di settembre, quel problema si era momentaneamente risolto con gli infortuni di Phil Foden, Cole Palmer, Jude Bellingham e Ollie Watkins.
Ora tutti e quattro sono di nuovo disponibili, e si può dire che almeno tre di loro siano giocatori di livello mondiale che sarebbero titolari in quasi tutte le squadre nazionali.
Dimostrare di saper gestire quei quattro, più Saka, Harry Kane, Jack Grealish e Anthony Gordon, sarà senza dubbio la sua sfida più grande, molto più che vincere le partite stesse.
Si ha la sensazione che sarà la gestione della squadra, più che i risultati, a determinare se la FA, i tifosi e persino i giocatori decideranno che è l’uomo giusto per il ruolo.
Vedremo cosa succederà. Ho il sospetto che Carsley abbia un asso nella manica: forse una mossa a sorpresa con giocatori schierati in posizioni inusuali.
Foto: Darren Staples/AFP