La violenza contro la polizia è drasticamente diminuita rispetto a sette anni fa, con numeri che fanno riflettere. Grazie a nuove attrezzature e a una formazione all’avanguardia, gli atti di aggressione contro gli agenti si sono ridotti di oltre il 67%. Un portavoce della polizia ha rivelato che il numero di episodi di violenza è passato da ben 110 casi nel 2017 a soli 36 nel 2023, e fino al 23 settembre 2024 sono stati registrati 24 attacchi. “Questo dimostra che il rispetto verso gli agenti è in netto aumento”
ha sottolineato, lasciando intendere che il peggio potrebbe essere ormai alle spalle.
Chi sono i responsabili di questi attacchi? In totale, 23 uomini e 5 donne sono stati incriminati per aggressioni contro le forze dell’ordine. Di questi, 17 processi sono ancora in corso, mentre i rimanenti si sono conclusi con la condanna degli accusati. La polizia spiega che quando si parla di “violenza contro gli agenti”, si fa riferimento agli episodi in cui gli ufficiali sono stati fisicamente attaccati durante l’esercizio delle loro funzioni. E, sorprendentemente, il calo di questi atti dimostra che il rispetto per gli agenti è decisamente aumentato. “Solo una piccola minoranza manca di rispetto alla polizia, ma ci teniamo a ringraziare il pubblico per il supporto continuo e per l’apprezzamento che dimostra quotidianamente nei confronti del nostro lavoro”
ha aggiunto il portavoce.
Ma qual è il segreto dietro questa svolta positiva? Secondo fonti interne, l’introduzione delle telecamere indossabili nel 2021 ha cambiato tutto. “Ora la gente ci pensa due volte prima di aggredire un poliziotto, sapendo che ogni loro mossa viene filmata”
ha confidato una fonte interna alla polizia, lasciando intendere che il deterrente tecnologico funziona.
Il caso di sabato scorso a Ħamrun, in cui due agenti – Clive Mallia e Aidan Demicoli – sono stati brutalmente aggrediti dopo aver emesso una multa per divieto di sosta, ha fatto il giro del web grazie ai video girati da alcuni passanti, scatenando indignazione e shock tra il pubblico. La polizia ha confermato che i due agenti erano dotati di spray al peperoncino, taser, manganelli, e che uno di loro portava con sé una Glock. Gli agenti, ha spiegato la polizia, seguono un rigoroso addestramento pratico che copre l’uso sicuro delle armi, tecniche di contenimento, e gestione delle folle.
In seguito all’aggressione, quattro uomini e una donna sono stati accusati e, nonostante abbiano confessato, è stata negata loro la possibilità di uscire su cauzione.
Nel frattempo, il Ministero degli Interni ha fatto sapere che il governo sta valutando di inasprire ulteriormente la legge. Fonti vicine al governo hanno lasciato intendere che presto i giudici potrebbero essere autorizzati a infliggere multe più pesanti, condanne più lunghe e, in alcuni casi, a sostituire le pene sospese con vere e proprie condanne detentive per chi si macchia di violenze contro i pubblici ufficiali.
Attualmente, chi viene condannato per aver aggredito un poliziotto rischia multe che oscillano tra i 3.000 e i 20.000 euro, e pene sospese che possono variare tra sei mesi e quattro anni, a seconda della gravità dell’aggressione e di eventuali crimini aggiuntivi commessi nello stesso contesto.
Poco tempo fa, una golfista professionista britannica è stata multata per 4.000 euro, mentre il suo amico ha ricevuto una sanzione di 6.000 euro, dopo aver ammesso di aver aggredito e disobbedito a un agente all’aeroporto, mentre erano in evidente stato di ebbrezza. E solo questa settimana, un cittadino spagnolo è stato condannato a nove mesi di carcere per aver danneggiato delle auto e ferito un agente durante il suo arresto a Paceville.
In mezzo a questo clima, l’avvocato ed ex parlamentare Jason Azzopardi è tra coloro che hanno chiesto una riforma delle leggi, sostenendo che chi aggredisce un pubblico ufficiale dovrebbe andare automaticamente in carcere.
Foto: Matthew Mirabelli.