Aggiornato alle 13:00
La tensione si è fatta palpabile sabato mattina a St George’s Bay, dove residenti, attivisti e sindaci si sono radunati per una protesta infuocata contro il progetto che minaccia di trasformare Villa Rosa e l’intera zona in un complesso di torri di lusso. Non si parla solo di sviluppo urbano, ma di una vera e propria battaglia per la tutela della qualità della vita in una delle aree più caratteristiche di Malta.
“Quando comincerete a mostrarci rispetto? Non siamo degli idioti!” ha gridato Matthew Brincat, residente di Pembroke, rivolgendosi ai politici presenti. “Non vogliamo che i residenti vengano soffocati. Già ora sopportano traffico, polvere, rumore e camion. Quando diremo basta? È ora di dire basta!”
Tra la folla si riconoscevano volti noti: il sindaco di Swieqi, Noel Muscat, il vicesindaco di St Julian’s, Sean Gauci, e una nutrita rappresentanza politica tra cui cinque deputati del PN, il leader di ADPD Sandra Gauci e persino l’ex europarlamentare laburista Cyrus Engerer. La loro presenza testimonia quanto la questione stia infiammando gli animi, ben oltre la cittadinanza comune.
Andre Callus, figura di spicco di Moviment Graffitti, ha assicurato che l’opposizione continuerà senza sosta: “Questa battaglia non finirà oggi, perché ci importa. Sappiamo che sarà difficile, ma andremo avanti,”
ha dichiarato determinato.
Perché i cittadini sono in rivolta?
L’epicentro di questa controversia è un progetto di revisione del piano locale ordinato dal governo di Robert Abela, frutto di pressioni esercitate dal costruttore Anton Camilleri, conosciuto come Tal-FranÄ‹iz, proprietario del sito di Villa Rosa. Nel 2018 Camilleri aveva ottenuto un permesso per edificare ville e uffici, ma i suoi piani si sono ampliati: ora punta a costruire tre torri di lusso con hotel a cinque stelle, sfruttando una normativa che consente edifici più alti per progetti considerati “di valore simbolico”.
Una recente inchiesta ha rivelato che il documento di revisione del piano locale è stato scritto dal costruttore stesso e poi presentato al governo, nonostante il Planning Minister Clint Camilleri neghi che gli obiettivi siano stati suggeriti dal promotore.
Il grido di Graffitti: permessi irregolari e legge piegata ai potenti
Moviment Graffitti denuncia che persino il primo permesso del 2018 era stato rilasciato illegalmente, ignorando le restrizioni del piano locale allora in vigore. In seguito, Tal-FranÄ‹iz ha presentato una nuova domanda per un progetto ancor più colossale, spingendo così le autorità a rivedere il piano per poterlo realizzare.
“È evidente che il governo e le autorità piegano le regole, o addirittura le cambiano del tutto, per permettere ai costruttori di fare ciò che vogliono”
ha accusato Callus, non nascondendo il suo sdegno.
Sindaci e cittadini: “La situazione è ormai insostenibile”
Il sindaco di Swieqi, Noel Muscat, ha fatto eco al malcontento dei cittadini, evidenziando i timori per l’impatto devastante del progetto sulla vita quotidiana della comunità. “Con tutti i progetti approvati o in corso, come può il Planning Authority permettere una cosa simile?”
ha chiesto retorico.
Anche il vicesindaco di St Julian’s, Sean Gauci, ha espresso preoccupazione per la mancanza di trasparenza, suggerendo che l’intero progetto sembri deciso “in segreto”, senza ascoltare né residenti né consigli locali. “I residenti meritano di essere ascoltati” ha dichiarato indignato una residente di Marsascala, che ha partecipato alla protesta, spinta dall’indignazione. “Non vedo perché non dovrei interessarmi di ciò che accade nel mio Paese. Davanti a simili mostruosità, non si può restare a casa.”
Anche Melissa Bagley, vicepresidente di ADPD, ha manifestato preoccupazione per le dimensioni mastodontiche del progetto, citando studi che mostrano come le torri getteranno ombra sulla baia già dalle quattro del pomeriggio.
Impatto ambientale: 1.200 viaggi di camion a settimana
Astrid Vella di Flimkien Għal Ambjent Aħjar ha rivelato numeri allarmanti: secondo il rapporto dell’Environmental Impact Assessment, commissionato dallo stesso costruttore, i lavori di costruzione provocheranno 1.200 viaggi di camion a settimana e, una volta completato il progetto, porteranno un aumento di 16.000 veicoli nella zona. Il presidente di Din L-Art Helwa, Patrick Calleja, ha denunciato che le torri – alte fino a 34 piani – circonderanno la storica Villa Rosa, rischiando di soffocare un gioiello architettonico di inestimabile valore.
“È ovvio che questo distruggerà completamente l’ambiente circostante”
ha commentato amareggiato.
Andre Callus ha definito “un insulto all’intelligenza del pubblico” l’affermazione del Primo Ministro Abela secondo cui il processo è ancora in fase di consultazione. “Nessuno è abbastanza ingenuo da crederci. È evidente che la revisione del piano serve solo a consentire questo progetto mastodontico.” Ha poi aggiunto: “Non è certo una coincidenza che il processo di revisione sia iniziato dopo l’incontro del costruttore con il governo e che copra l’esatta area del suo progetto proposto.”
Secondo Abela, la revisione del piano mira ad attirare turisti di alto livello e marchi di prestigio sull’isola. Ma per Callus si tratta solo di un “tentativo vuoto di addolcire l’ennesimo atto di avidità sfacciata imposto ai cittadini dai costruttori, con la complicità del governo”
che trasforma il futuro ambientale di Malta in uno scenario di devastazione.
La protesta ha ricevuto il sostegno dei comuni di Swieqi e St Julian’s, oltre che di una vasta rete di ONG, tra cui Azzjoni: Tuna Artna Lura, BirdLife Malta, Din l-Art Ħelwa, Flimkien għal Ambjent Aħjar, Friends of the Earth Malta, Għawdix, Moviment Graffitti, Nature Trust Malta, Ramblers’ Association Malta, The Archaeological Society Malta e Wirt Għawdex.
Foto: Chris Sant Fournier
Video: Mario Xuereb, Chris Sant Fournier