La corte d’appello ha ritenuto l’imputato un candidato ideale per la sospensione della pena detentiva effettiva. Foto del file: Matteo MIrabelli
Un uomo di 62 anni è stato risparmiato da una pena detentiva effettiva dopo che la Corte d’appello ha appreso che il suo caso di traffico di droga risaliva a 25 anni fa e che da allora ha abbandonato la dipendenza.
Joseph Rizzo è stato accusato di traffico e possesso di cocaina il 20 settembre 1998 e prima di tale data. È stato inoltre incriminato per traffico di ecstasy aggravato, commettendo il reato entro 200 metri da un luogo frequentato da giovani.
Nel novembre 2020, la magistratura lo aveva condannato per traffico e possesso di cocaina, ma lo aveva scagionato dal traffico di ecstasy. È stato incarcerato per sei mesi e multato di 2.000
euro.
Nel dicembre 2020 ha presentato appello contro la sentenza e ha chiesto al tribunale di convertirsi in un tribunale per le droghe.
La Commissione per la Riabilitazione dei Detenuti per droga ha deciso il suo caso nel gennaio dello scorso anno e lo ha chiuso definitivamente.
La Corte ha appreso che, mesi prima della sua chiamata in giudizio, la polizia aveva arrestato due uomini, James Muscat e Clifford Sultana. Erano stati sorpresi in possesso di droga ed entrambi avevano indicato Rizzo come loro fornitore. Questo ha portato la polizia ad accusare Rizzo di traffico di droga.
La Corte ha sentito entrambi gli uomini testimoniare contro Rizzo, fornendo dettagli come il suo soprannome, Il-pusher, e l’auto che guidava, che presentava segni distintivi, tra cui una grande pubblicità di un prodotto automobilistico.
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Presiedendo il processo d’appello, il giudice Neville Camilleri ha osservato che, sebbene Sultana abbia dichiarato di non riconoscere Rizzo in tribunale, questo non era altro che un tentativo di proteggerlo.
La Corte ha respinto le argomentazioni della difesa secondo cui la prima corte aveva interpretato male i fatti del caso. Il giudice Camilleri ha osservato che, secondo la relazione di uno psicologo clinico, Rizzo ha abusato di droghe fin dalla tenera età, provando varie droghe, ma soprattutto cannabis. Il Drug Offenders Rehabilitation Board ha dichiarato alla corte di essere soddisfatto dei progressi di riabilitazione di Rizzo, che ha concluso con successo.
In queste circostanze, dato anche il tempo trascorso dal 1998 per la conclusione del caso, la Corte ha stabilito che Rizzo era un candidato ideale per la sospensione della pena detentiva effettiva imposta dal primo tribunale.
Il tribunale ha ritenuto che il reato di cui era accusato fosse dovuto principalmente alla sua tossicodipendenza e, pertanto, ha sospeso la pena detentiva di sei mesi per due anni, confermando la multa, pagabile in 10 rate da 200 euro ciascuna.
Gli avvocati Franco Debono e Marion Camilleri erano i difensori.