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Malta

Un terzo delle vittime a Malta rifiuta la valutazione del rischio: la vita in bilico

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Un terzo delle vittime di violenza domestica o di partner intimi a Malta, nonostante il coraggio di denunciare alla polizia, ha rifiutato di sottoporsi a una valutazione del rischio nei primi sei mesi di quest’anno. Un dato che lascia senza fiato: su 1.138 denunce presentate tra gennaio e giugno, ben 368 vittime – il 32,3 per cento – hanno preferito non affrontare una valutazione che potrebbe salvare la loro vita.

Ma cosa spinge queste persone, già segnate dalla sofferenza, a rifiutare un supporto così essenziale? La valutazione del rischio, svolta dai professionisti dell’Aġenzija Appoġġ, è infatti uno strumento cruciale per capire quanto sia imminente la minaccia. Eppure, solo pochi giorni dopo l’efferato omicidio di Nicolette Ghirxi, avvenuto per mano del suo ex partner, la Foundation for Social Welfare Services (FSWS) ha rivelato che alcune vittime scelgono di non sottoporsi a questa valutazione, spesso perché credono di non essere in pericolo o perché ritengono di aver già subito una valutazione in passato e che nulla sia cambiato.

Ma c’è di più: professionisti della FSWS/Appoġġ potrebbero aver scoraggiato Ghirxi dall’effettuare una valutazione del rischio . In un messaggio vocale straziante inviato a un’amica il 22 aprile, poco dopo aver denunciato il suo ex alla polizia per violenza domestica, Nicolette ha lasciato intendere che qualcuno le aveva fatto credere che i messaggi pieni di insulti ricevuti non fossero una minaccia sufficiente per richiedere un intervento. Un dettaglio che, col senno di poi, assume un significato tragicamente devastante.

Valutatori del rischio negano lo scoraggiamento

I valutatori del rischio coinvolti hanno però categoricamente respinto l’accusa di aver dissuaso Ghirxi dall’effettuare la valutazione. Hanno dichiarato di aver già fornito una testimonianza scritta alla direzione della FSWS e di essere pronti a giurare su un’affidavit per confermare la loro versione dei fatti.

Le statistiche fornite dalla FSWS dipingono un quadro allarmante ma anche pieno di speranza: sempre più donne si sottopongono alla valutazione del rischio, in linea con l’aumento delle denunce di violenza domestica. Nei primi sei mesi di quest’anno, ben 770 valutazioni del rischio sono state effettuate, un aumento del 37% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando ne furono effettuate 562.

Durante tutto il 2023, Aġenzija Appoġġ ha condotto 1.317 valutazioni del rischio per 1.104 persone. La scorsa settimana, il Commissario di Polizia Angelo Gafà ha rivelato che entro la fine di luglio 2024, le denunce di violenza domestica erano aumentate del 12% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un segnale che qualcosa sta cambiando, ma non ancora abbastanza.

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Le vittime di violenza domestica a Malta hanno a disposizione due principali sedi per presentare denuncia: l’unità per la Violenza di Genere e Domestica presso il quartier generale della polizia a Floriana, o l’hub di Santa Luċija. Questi luoghi sono diventati rifugi di speranza per molte, ma l’ombra della paura è sempre dietro l’angolo.

La valutazione del rischio: un salvavita in un ambiente sicuro

Dopo aver presentato una denuncia alla polizia, le vittime possono sottoporsi a una valutazione del rischio, un processo riservato e protetto, condotto dai valutatori di Aġenzija Appoġġ. Quando viene identificato un alto livello di rischio, il caso viene immediatamente segnalato al MARAM, un Multi-Agency Risk Assessment Meeting . Ma anche il sistema ha le sue falle: Bernice Cassar, uccisa dal marito separato nel novembre 2022, era stata considerata a basso rischio, una valutazione che si è rivelata tragicamente sbagliata.

L’inchiesta Valenzia, pubblicata all’inizio del 2023, ha evidenziato l’urgenza di aggiornare gli strumenti utilizzati per determinare il livello di pericolo delle vittime di violenza domestica. Il Domestic Abuse, Stalking and Honour Risk Identification (DASH), introdotto nel 2018, è stato recentemente sostituito dal Danger Assessment  (DA), uno strumento che è in uso esclusivo da metà luglio.

Mentre la FSWS insiste sul valore dell’autodeterminazione del cliente, le organizzazioni per i diritti delle donne e gli avvocati chiedono a gran voce politiche più rigide per garantire che ogni denuncia di molestia venga indagata a fondo. Il Malta Women’s Lobby  ha chiesto un’azione immediata per garantire che tutti i professionisti che interagiscono con le vittime di violenza di partner intimi ricevano una formazione approfondita sulla valutazione del rischio e sulla pianificazione della sicurezza.

Foto: Facebook

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