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Malta

Truffa shock su Facebook: 200 post falsi travolgono Malta

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I social media maltesi sono stati invasi da una marea di post truffa nell’ultima settimana, con circa 200 annunci fraudolenti che hanno raggiunto centinaia di migliaia di utenti Facebook da mercoledì scorso. Una valanga di inganni che ha travolto la rete sociale, sfruttando figure pubbliche conosciute per attirare i più curiosi.

Ogni post segue un identico, subdolo schema. Una celebrità locale viene ritratta mentre fa un’affermazione scioccante o viene messa in una situazione incredibile (“Devo affrontare la verità “), catturando l’attenzione e spingendo i lettori a cliccare su un link che li condurrà in una spirale di inganni.

Questa serie di post truffa assume un tono particolarmente oscuro e minaccioso (“la tragica fine di Angelo Xuereb” e “Robert Abela non sapeva che il microfono fosse acceso, gli diciamo addio per sempre “) nel tentativo di catturare l’attenzione delle persone.

I post si aprono su un sito di notizie clonata, spesso la homepage clonata del Times of Malta, presentando un’intervista inventata tra la figura pubblica e un giornalista noto, in cui discutono dello schema cripto fraudolento.

Sebbene questo tipo di truffe siano ormai all’ordine del giorno, la scala in cui sono state condivise è senza precedenti e ha raggiunto nuovi livelli nelle ultime settimane.

200 post falsi in una settimana

Un’indagine condotta dal Times of Malta per monitorare diversi account social media che promuovono questi post ha rivelato che sono stati pubblicati almeno 197 annunci falsi in meno di una settimana, ognuno dei quali spinge una variazione sullo stesso tema.

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Gli annunci vengono condivisi da account bot che si ritiene siano gestiti da persone in tutto il mondo, tra cui Stati Uniti, Vietnam, Ucraina e Filippine. Altri post simili probabilmente sono stati pubblicati da account non rilevati.

Molti di questi account sono stati utilizzati per diffondere post falsi quasi identici in diversi paesi, prima di passare a Malta. Altri, attivi negli ultimi giorni, hanno già lasciato Malta, ora pubblicando in paesi come Lettonia e Irlanda. Anche il Canada è nel mirino dei truffatori.

Gli account assumono spesso un’identità falsa per condividere la loro truffa. Uno, Hager Ahmed, prende il nome da un’attrice teatrale e televisiva egiziana, mentre un altro assume l’identità dell’attrice indiana Amita Pathak. Un terzo assume l’identità di John Amores, un giocatore di basket filippino noto per una lunga sospensione dovuta a una rissa durante una partita. Altri tradiscono più facilmente il gioco, utilizzando nomi incomprensibili o senza senso (Messifun1191, 俞心嵐Wing) o adottando il titolo di una generica impresa commerciale (Signature Wardrobe, Finance Flight).

Il chi è chi delle celebrità maltesi

L’elenco delle figure pubbliche presenti negli annunci sembra un chi è chi della politica e della cultura popolare maltese dell’ultimo decennio – dai soliti sospetti come Robert Abela a personalità televisive (Peppi Azzopardi, John Bundy e Daniel Chircop), giornalisti (Mark Laurence Zammit e Mario Xuereb), imprenditori (Anġlu Xuereb, Rachel Vella) e influencer (Sarah Zerafa).

I post presentano diverse figure popolari, ciascuna in una situazione quasi identica. Ognuno di loro si trova in una situazione simile. Hanno accidentalmente rivelato il segreto della loro nuova ricchezza durante una trasmissione in diretta e, prima che se ne rendano conto, stanno fornendo meticolosamente istruzioni passo-passo su come iscriversi a una piattaforma cripto fraudolenta.

Come sempre, le foto di tutte le personalità presenti sono prese da fonti pubblicamente disponibili, inclusi interviste, post sui social media e programmi televisivi. Ma i truffatori sembrano avere una visione chiara del loro target demografico.

Gli annunci che vedono protagonisti John Bundy e Anġlu Xuereb, entrambi diventati famosi negli anni ’90 e primi anni 2000, sono rivolti agli utenti più anziani di Facebook, mentre quelli che vedono protagonisti Sarah Zerafa e Daniel Chircop sono diretti verso i più giovani.

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La polizia può intervenire?

Queste truffe sollevano una domanda interessante: cosa può fare la polizia per fermarle? La risposta sembra essere, non molto. In risposta a domande su truffe simili negli ultimi mesi, la polizia ha detto al Times of Malta che c’è poco che possono fare a meno che le persone non segnalino di essere state derubate attraverso la truffa.

Sebbene le segnalazioni di truffe alla polizia siano numerose, con 12,5 milioni di euro persi ai truffatori solo nel 2023, si ritiene che queste siano solo la punta dell’iceberg, con innumerevoli altre vittime che soffrono in silenzio.

Nuove misure a livello UE introdotte negli ultimi anni avevano sperato di frenare la disinformazione sui social media. La legislazione di punta dell’UE, il Digital Services Act, ha posto l’onere su piattaforme come Facebook e X di segnalare i post falsi sulla loro piattaforma, con molte piattaforme social che si sono anche impegnate a combattere la disinformazione firmando un accordo a livello UE. Ma sembra che si tratti per lo più di un caso di mera apparenza, con molte piattaforme che “rinnegano i loro impegni e obblighi “.

Foto: Shutterstock

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