Il caos nei tribunali sembra aver trovato una tregua, ma solo grazie a un mandato giudiziario che ha imposto ai sindacati di mettere fine all’azione sindacale. Una sospensione che ha colto tutti di sorpresa, annunciata dall’Agenzia dei Servizi Giudiziari con un post su Facebook. Dietro le quinte, però, resta una battaglia accesa che minaccia di esplodere di nuovo da un momento all’altro.
Per giorni, giudici e magistrati sono stati costretti a rinviare udienze e bloccare i procedimenti
, abbandonati a se stessi senza il supporto indispensabile dei cancellieri e del personale chiave. L’azione sindacale aveva paralizzato i tribunali: nessuno registrava i verbali delle sedute, nessuno sostituiva i colleghi assenti per ferie o malattia. Il risultato? Udienze cancellate e caos amministrativo.
Dietro questa mossa clamorosa ci sono due sindacati che lottano per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori, in vista della scadenza dell’attuale contratto collettivo. Ma c’è un ostacolo: il Dipartimento per le Relazioni Industriali e l’Occupazione ha respinto la richiesta della GWU, dichiarando che “la scadenza per tale riconoscimento era già passata”. Eppure Kevin Camilleri, vicesegretario generale della GWU, non ci sta: “Abbiamo presentato la nostra richiesta già nell’ottobre 2023”
, ha ribadito con fermezza.
Le direttive sindacali non lasciavano margini di manovra: niente sostituzioni per i colleghi assenti, niente registrazioni delle sedute. Anche l’UĦM si è allineata con istruzioni simili, intensificando la pressione sul sistema giudiziario.
In mezzo a questa tempesta, l’Agenzia dei Servizi Giudiziari ha reagito con una mossa legale. Ha chiesto e ottenuto un mandato d’ingiunzione proibitoria che ha fermato temporaneamente l’azione sindacale. Ma questa è solo una pausa temporanea: i sindacati hanno dieci giorni per rispondere e il tribunale prenderà una decisione definitiva entro un mese.
Nel frattempo, Camilleri ha avvertito che “la GWU non esiterà a intraprendere ulteriori azioni legali per difendere i diritti dei lavoratori e garantire che vengano rispettati”.
Foto: Matthew Mirabelli