Malta

Trappola legale e accuse false: la battaglia di Rafaraci contro il sistema

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Un’intricata vicenda di accuse false, arresti orchestrati e un’imprenditoria internazionale distrutta: questa è la storia di Frank Rafaraci, un imprenditore italo-americano di 71 anni con base a Dubai, che ha deciso di affrontare direttamente il sistema legale maltese. Il motivo? Un investigatore del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, Cordell Trey De la Pena, avrebbe “falsamente accusato”  Rafaraci di frodi e riciclaggio di denaro per un valore di milioni di dollari, danneggiando irreparabilmente la sua vita e la sua reputazione. Ora Rafaraci chiede un risarcimento stellare di 500 milioni di dollari.

Le accuse, secondo Rafaraci, si basano su prove “manipolate e distorte”. Questo intricato gioco di specchi ha portato al suo arresto a Malta, luogo in cui è stato costretto a combattere una battaglia legale per difendere il suo nome. “Tutta la mia vita è stata rovinata da un’inchiesta costruita su menzogne”  ha dichiarato.

L’inchiesta si concentra su una presunta frode internazionale che coinvolge la sua compagnia, Multinational Logistics Services Ltd (MLS), accusata di aver presentato fatture gonfiate per i servizi portuali offerti a navi militari statunitensi. Le cifre in gioco sono da capogiro: oltre 50 milioni di dollari. Tra i principali esempi di questa frode, l’investigatore De la Pena ha segnalato tre specifiche operazioni: quelle delle navi USS Carl Vinson, USS Rushmore e USS Theodore Roosevelt.

Ma i legali di Rafaraci non ci stanno. Hanno smontato le accuse pezzo per pezzo, dimostrando che le prove erano “gravemente imprecise”. Uno degli esempi più eclatanti? Una fattura attribuita a una sosta in Bahrain, che invece riguardava una nave ferma a Dubai. “Un errore madornale, che getta un’ombra sull’intera indagine”  sottolineano gli avvocati.

Dietro questa vicenda si nasconde, secondo Rafaraci, un complotto per incastrarlo. De la Pena, sostiene l’imprenditore, avrebbe orchestrato un’operazione truffaldina spacciandosi per il proprietario di una società fittizia, Franklin Financial Consulting LLC. L’obiettivo? Attirare Rafaraci in un paese con un trattato di estradizione con gli Stati Uniti, nel caso specifico Malta, dove sarebbe stato immediatamente arrestato.

“Sono stato attirato in una trappola ben congegnata, un’operazione pensata solo per distruggere la mia carriera e il mio onore”, accusa Rafaraci. Dopo l’arresto, il suo nome è finito sulle prime pagine dei giornali internazionali, tra cui The New York TimesThe Wall Street Journal, e persino su alcuni dei più noti quotidiani italiani come Corriere della Sera e La Repubblica“Una gogna mediatica globale, basata su bugie”.

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Nonostante tutto, nel settembre 2021, Rafaraci è stato rilasciato grazie a un cavillo legale. Successivamente, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha archiviato le accuse di frode e riciclaggio di denaro. Ma il danno era ormai fatto. “Non sono un criminale, ma il mio nome è stato trascinato nel fango e la mia vita distrutta” , dichiara, aggiungendo che il danno reputazionale lo ha colpito in vari mercati internazionali, tra cui Regno Unito, Canada e Singapore.

Rafaraci paragona il suo calvario al celebre caso “Fat Leonard” , un altro scandalo legato alla Marina degli Stati Uniti, in cui le pratiche investigative di De la Pena sono state messe sotto accusa. Ora, nella sua richiesta al tribunale civile maltese, Rafaraci cerca una dichiarazione ufficiale che riconosca la negligenza e la malafede di De la Pena.

L’atto legale è stato presentato dall’avvocato Dr. Mark Refalo.

Foto: Alex Moore Photography/Shutterstock.com

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