È bufera su due ministri maltesi, Clayton Bartolo e Clint Camilleri, accusati di aver violato le regole etiche ministeriali per favorire Amanda Muscat, ora moglie di Bartolo. Una scottante relazione parlamentare rivela che la donna è stata assunta come consulente nei due ministeri, con stipendi da capogiro, pur non avendo le competenze necessarie né svolgendo il lavoro previsto. “Un abuso di potere e uno spreco inaccettabile di fondi pubblici”
, sentenzia l’ex capo della giustizia Joseph Azzopardi, autore del rapporto.
Amanda Muscat è passata in pochi mesi da assistente personale di Bartolo a consulente politica nel Ministero del Turismo, con uno stipendio che da 39.000 euro è schizzato a quasi 62.000 euro grazie a generose indennità. Ma non è finita qui. Nel 2021, trasferita al Ministero di Gozo, il suo compenso è lievitato ulteriormente fino a sfiorare i 68.000 euro. Peccato che, come evidenzia il rapporto, “non ci sono prove che abbia mai svolto il lavoro di consulenza per cui era pagata”
. Muscat, infatti, continuava a operare come segretaria personale di Bartolo, nonostante fosse ufficialmente alle dipendenze del Ministero di Gozo.
Il documento mette in luce una serie di testimonianze contraddittorie tra i ministri, i capi delle loro segreterie e la stessa Muscat. Ma il colpo di grazia arriva dalle email recuperate: queste dimostrano che, mentre era nominalmente impiegata a Gozo, Muscat era ancora attiva presso il Ministero del Turismo, ricevendo persino comunicazioni ufficiali dall’Ufficio del Primo Ministro. “Le sue email dipingono un quadro completamente diverso da quello fornito nelle testimonianze”
, scrive Azzopardi.
Il caso è esploso dopo una segnalazione del candidato indipendente Arnold Cassola, che ha chiesto al commissario per gli standard nella vita pubblica di indagare. La questione? Verificare se Bartolo avesse agito per favoritismo verso la sua compagna e se Camilleri fosse a conoscenza dell’assenza di Muscat dal lavoro. “Durante questo periodo, Muscat ha continuato a lavorare come assistente personale del Ministro Bartolo, quindi non si può dire che fosse pagata senza fare nulla”, ammette Azzopardi, “ma l’aumento di stipendio che ha ricevuto è ingiustificato”
.
La difesa dei ministri non convince. Bartolo e Camilleri hanno cercato di scaricare la responsabilità sui loro capi di segreteria, sostenendo che le assunzioni fossero avvenute su loro iniziativa. Ma il rapporto sottolinea che i consulenti politici, in quanto persone di fiducia, sono scelti direttamente dai ministri o con il loro benestare. “È inconcepibile che una persona così vicina al ministro venga assunta senza il suo consenso”
, aggiunge il commissario.
La questione ha sollevato interrogativi più ampi sulle modalità di nomina dei consulenti politici. Azzopardi propone una revisione delle linee guida per garantire maggiore trasparenza e criteri di selezione più rigorosi. Attualmente, i CV non sono nemmeno obbligatori per l’approvazione delle nomine, una lacuna che lascia spazio ad abusi. “Le indennità per competenza dovrebbero essere riservate solo a casi eccezionali, ma nel caso di Muscat sono state concesse senza alcuna giustificazione”, si legge nel rapporto.
Le conclusioni sono inequivocabili: il sistema di selezione delle persone di fiducia necessita di una riforma urgente. E mentre Bartolo e Camilleri cercano di difendere il loro operato, il dibattito pubblico si infiamma. Quanto è diffusa la pratica di favorire amici e conoscenti nelle alte sfere del governo? Questa è solo la punta dell’iceberg?
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