Un tranquillo pomeriggio nei campi di Birżebbuġa si è trasformato in uno scenario da film quando un uomo ha sentito degli spari echeggiare nell’aria. Improvvisamente, un piccione è precipitato ai suoi piedi, senza vita. Guardando meglio, ha subito riconosciuto l’animale: era uno dei suoi piccioni. Il suo sospetto si è trasformato in certezza quando ha visto un uomo armato raccogliere dieci altri uccelli, infilarli velocemente in un sacco e fuggire in auto. Il testimone non ha perso un attimo e ha memorizzato il numero di targa, fornendolo immediatamente alla polizia.
Poco dopo, Gregory Carabott, un pescatore part-time di Marsaxlokk di 35 anni, si è recato alla stazione di polizia per firmare il registro di presenza per un altro caso, ignaro di ciò che lo aspettava. La sua auto coincideva perfettamente con la descrizione data dal proprietario dei piccioni. Al suo arrivo, è stato presentato con un mandato di arresto, basato sul sospetto che fosse lui il misterioso cacciatore di piccioni.
L’accusa ha subito chiarito la sua versione dei fatti: secondo il proprietario dei piccioni, il sospettato non solo avrebbe sparato agli uccelli, ma li avrebbe anche rubati. Tuttavia, quando la polizia ha perquisito la casa di Carabott, né il fucile né i piccioni rubati sono stati trovati, anche se alcune piume sono state rinvenute nell’auto dell’accusato. Sia la vettura che il sospettato sono stati quindi sottoposti a test per individuare tracce di polvere da sparo.
L’accusa non si è limitata al furto: Carabott è stato anche accusato di possesso non autorizzato di un’arma da fuoco, crudeltà sugli animali, guida senza patente e assicurazione, oltre a violazione delle condizioni di una precedente cauzione. Durante l’udienza, i suoi avvocati, Franco Debono e Charles Mercieca, hanno sostenuto con fermezza che si trattasse di un caso di scambio di identità, affermando che il loro assistito “non ha mai sparato ai piccioni”. I legali si sono domandati come l’accusa potesse avanzare simili affermazioni senza prove tangibili: “Come si può dimostrare che ha sparato agli uccelli, se non è stato trovato alcun fucile?”
La difesa ha inoltre contestato la presunta violazione della cauzione, sostenendo che tale accusa poteva essere valida solo qualora i reati collegati all’incidente recente fossero provati.
Dall’altra parte, la pubblica accusa ha obiettato fortemente contro la richiesta di cauzione, sottolineando la necessità di un messaggio chiaro contro la crudeltà sugli animali e aggiungendo che il sospettato avrebbe portato con sé un’arma da fuoco senza licenza. Inoltre, ha fatto notare che Carabott si sarebbe recato alla stazione di polizia con un veicolo privo di copertura assicurativa e licenza di guida. Nonostante ciò, l’accusa ha riconosciuto la delicatezza della situazione familiare dell’imputato, considerando che la compagna è prossima al parto.
Dopo aver ascoltato entrambe le parti, il magistrato Donatella Frendo Dimech ha accettato la richiesta di cauzione, fissando un deposito di 1.500 euro, una garanzia personale di 5.000 euro, l’obbligo di firma due volte a settimana e un coprifuoco.
Il caso è stato seguito per l’accusa dall’avvocato Clive Aquilina e dall’ispettore Wayne Bonello, mentre gli avvocati Franco Debono e Charles Mercieca hanno rappresentato la difesa.
Foto: Matthew Mirabelli