Malta

Sittlington chiede di testimoniare a distanza: cresce la tensione nel caso Vitals

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Sam Sittlington, esperto forense di fama internazionale, scuote l’aula di tribunale: chiede di testimoniare a distanza nel caso Vitals, una richiesta che fa discutere e alza la tensione in un processo che ha già fatto tremare i piani alti del governo maltese. Durante l’udienza, presieduta dal magistrato Leonard Caruana, è emerso che Sittlington, chiave nell’indagine, non potrà essere presente fisicamente. La sua richiesta, accettata per ora con riserva, verrà valutata tramite memorie scritte. Un’assenza che potrebbe avere conseguenze esplosive in un caso che coinvolge ex ministri e figure di primo piano del panorama istituzionale.

Sittlington è solo uno dei 26 esperti forensi il cui operato è stato messo in discussione dalla difesa. Secondo gli avvocati degli imputati, l’esperto avrebbe sfruttato il proprio ruolo nell’inchiesta per garantirsi un incarico redditizio come consulente della polizia. Intanto, gli imputati continuano a proclamare la propria innocenza, respingendo le accuse di frode e appropriazione indebita.

L’udienza di venerdì ha visto il procuratore Francesco Refalo presentare prove cruciali, tra cui fatture, estratti conto bancari e sentenze passate. La difesa, però, non è rimasta a guardare, contestando l’ammissione di alcune sentenze, come quella emessa contro il governo maltese da Adrian Delia, che ha annullato la privatizzazione degli ospedali per “collusione tra Steward e alti funzionari governativi”. Per gli avvocati degli imputati, queste prove non dovrebbero essere ammesse: il dibattito è aperto.

Gli imputati sono un elenco di figure di spicco: oltre a Chris Fearne, ex Ministro della Salute, e Edward Scicluna, governatore della Banca Centrale, ci sono funzionari come Ronald Mizzi e Alfred Camilleri, avvocati tra cui Jean Carl Farrugia, Aron Mifsud Bonnici e Deborah Anne Chappell, nonché ingegneri e contabili come James Camenzuli e Manuel Castagna. Si tratta di personalità che avrebbero avuto un ruolo chiave nell’assegnazione, ritenuta fraudolenta, del contratto multimilionario per la gestione degli ospedali pubblici a Vitals Global Healthcare nel 2015.

Bernice Bugeja, controller finanziario, ha testimoniato descrivendo il suo compito: analizzare montagne di fatture e identificare chi fosse stato pagato, per quanto e per quale scopo. “Alcune fatture erano legate al caso, altre a inchieste separate”, ha dichiarato, spiegando che solo i documenti pertinenti sarebbero stati presentati. Anche Anthony Cachia, ex direttore generale del Dipartimento Contratti, ha fornito dettagli importanti, rivelando che la concessione degli ospedali era stata definita, in un incontro del 2015, come un servizio pubblico, trasferendo così la responsabilità della gara a Projects Malta e non al suo dipartimento. “Questa decisione rifletteva l’assenza di regolamentazioni specifiche per le concessioni pubbliche, lacuna colmata solo nel 2016” , ha spiegato.

Il caso, che riprenderà il 17 e il 21 gennaio, continua a scuotere le fondamenta della politica maltese. Non è solo una battaglia legale: è uno scontro tra verità nascoste e una richiesta di giustizia che il pubblico non sembra disposto a lasciare inascoltata.

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Foto: Jonathan Borg

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