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Malta

Scoprono falla nell’app e finiscono in arresto: il dramma di tre studenti maltesi

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Tre giovani geni dell’informatica e il loro professore si trovano ora al centro di un caso giudiziario che ha dell’incredibile: dopo aver scoperto e denunciato una falla devastante nella sicurezza di un’app, Michael Debono, Giorgio Grigolo e Luke Bjorn Scerri  sono stati arrestati e trattati come criminali. Questi talentuosi studenti dell’Università di Malta non si aspettavano certo che un atto di responsabilità, come segnalare una vulnerabilità critica nell’app FreeHour, si sarebbe trasformato in un incubo. FreeHour, per chi non lo sapesse, è l’app che permette a migliaia di studenti di gestire i propri orari scolastici.

Cosa succede quando fai la cosa giusta? Invece di ricevere una ricompensa, come avviene di solito nel mondo dell’hacking etico – il cosiddetto “bug bounty” – i tre ragazzi sono stati messi in manette, perquisiti in modo umiliante e hanno visto i loro dispositivi confiscati. Tutto questo per aver cercato di proteggere gli utenti di FreeHour da possibili attacchi informatici.

Le accuse che pendono su Grigolo, Bjorn Scerri e Debono sono pesanti: accesso non autorizzato ai dati di un computer, utilizzo illecito di software e documenti protetti, e addirittura la modifica non autorizzata di questi dati. Ma non è tutto: i tre sono accusati anche di aver impedito o ostacolato l’uso del sistema informatico, un’accusa che potrebbe distruggere il futuro di questi brillanti studenti.

Come se non bastasse, il loro mentore, Mark Joseph Vella , un rispettato docente di informatica all’Università di Malta, è ora considerato un complice in questa vicenda assurda. Ma le accuse più gravi sono riservate a Grigolo, che dovrà rispondere anche di aver esportato dati non autorizzati e di averli memorizzati su supporti diversi dall’originale. È un colpo durissimo per chi pensava di aver fatto solo il proprio dovere.

E che dire di Luke Collins , il quarto studente inizialmente coinvolto? Anche lui era stato arrestato, ma per ora è stato risparmiato da qualsiasi accusa formale.

L’intera vicenda è esplosa pubblicamente quando l’ex presidente del consiglio del libro e noto autore, Mark Camilleri, ha pubblicato la lista delle accuse su Facebook, sollevando una tempesta di reazioni. Le accuse sono state formalizzate dagli avvocati della AG, Nathaniel Falzon e Andreas Vella, insieme agli ispettori Marcus Cachia e Warren Muscat.

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In un amaro post su Facebook, Debono ha raccontato il calvario vissuto negli ultimi due anni, ma ha anche lanciato un messaggio di speranza: “È assurdo che io abbia dovuto passare quasi due anni ad affrontare le conseguenze di un incidente che avrebbe dovuto risolversi in un giorno, con un semplice incontro tra FreeHour e la polizia”.

Durante un’intervista con il Times of Malta , Debono ha espresso il suo sgomento per il coinvolgimento del loro professore, definendolo “incredibile”. Ha poi chiarito che Collins non è stato incriminato perché non era “realmente coinvolto” nel caso, avendo soltanto firmato un’email.

Recentemente, è emerso che i tre studenti sono stati esclusi da una prestigiosa competizione europea di cybersecurity per la quale si erano qualificati. Un’ulteriore beffa per chi, invece di essere premiato, si trova a combattere contro un sistema che dovrebbe proteggere i giusti e punire i veri colpevoli.

All’inizio di questa settimana, il Partito Nazionalista ha chiesto con forza al governo di risolvere rapidamente tutte le questioni ancora aperte legate a questa drammatica vicenda.

Foto: Facebook

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