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Malta

scandalo a comino: la storia segreta delle spiagge maltesi

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Negli anni ’60, un’isola nascosta tra le onde azzurre di Malta, Comino, era il rifugio perfetto per chi voleva sfuggire alla frenesia del mondo moderno. Ma chi avrebbe mai immaginato che un tempo, proprio lì, uomini e donne nuotavano insieme, completamente nudi?

Sì, avete capito bene! In epoca classica, il concetto di “pudore” era molto diverso da quello odierno. Uomini e donne si immergevano nelle acque cristalline senza un filo di vestiti, che fosse in mare aperto o nelle terme comuni. Tuttavia, l’avvento del Cristianesimo cambiò tutto: il nuoto come passatempo fu visto come un atto peccaminoso , e fare il bagno in pubblico fu considerato un’oscenità, scomparendo quasi del tutto dall’Europa per secoli.

Negli anni ’50, le spiagge di Malta iniziarono a risvegliarsi. Un’immagine iconica della Baia di San Giorgio, a San Giuliano, mostra i primi segni di una timida rinascita. Con la Rivoluzione Francese alle porte, le persone iniziarono a tornare in mare, anche se in modo ancora conservativo: niente costumi da bagno, solo la biancheria intima! I veri costumi da bagno dovettero attendere più di un secolo per essere accettati, poiché la legislazione europea rimase indietro, criminalizzando la nudità maschile pubblica fino al 1850.

Immaginate una giornata al mare nel 1931: famiglie riunite sulla sabbia, uomini e donne che si tuffano in acqua, ma con abiti che oggi ci farebbero sorridere. In epoca vittoriana, il “costume da bagno” era ben lontano dall’essere pratico: maniche lunghe, colletti alti, pantaloni e gonne fino ai piedi , tutto in tessuti pesanti come tela o lana lavorata a maglia. Una volta bagnati, questi vestiti diventavano una trappola mortale, appesantendo chiunque osasse avventurarsi in acqua.

Ma, finalmente, il XX secolo portò un soffio di modernità anche sulle spiagge maltesi. La moda iniziò a “snellire” il costume da bagno , riducendolo progressivamente fino a coprire solo lo stretto necessario. È curioso pensare che il famoso bikini, oggi simbolo di emancipazione, nacque non dalla vanità o dall’esibizionismo, ma dalla scarsità di tessuti durante la Seconda Guerra Mondiale. I governi Alleati, stretti nella morsa del conflitto, imposero rigidi razionamenti, costringendo i produttori a utilizzare meno stoffa possibile. E così, il bikini fece la sua comparsa sulle spiagge del mondo.

Negli anni ’20, la moda maschile da spiaggia sperimentava con idee audaci, come il costume con una sola spalla scoperta, che oggi ci sembra quasi un bizzarro esperimento. Questo articolo, con le sue rare fotografie d’epoca, ci riporta indietro nel tempo, documentando l’evoluzione del costume da bagno a Malta fino all’Indipendenza. Tra le curiosità, spicca la canottiera monospalla per i nuotatori e il top arlecchino per i giocatori di pallanuoto prima della guerra, due mode che, fortunatamente o sfortunatamente, non hanno avuto lunga vita.

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Tutte le immagini provengono dalle collezioni dell’autore.

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