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rincari sulle bevande a Malta: aziende in crisi, il governo prepara contromisure

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Allarme rincari sulle bevande: le aziende maltesi alzano i prezzi, il governo minaccia interventi

Una nuova stangata si abbatte sulle tasche dei consumatori maltesi: i prezzi delle bevande stanno già aumentando a causa dell’impennata delle tariffe amministrative imposte dal Beverage Container Refund Scheme (BCRS). E le aziende avvertono: il peggio potrebbe ancora venire.

H2Only e Huskie, due produttori locali, hanno confermato di aver già ritoccato i listini. Il motivo? Un deciso aumento delle tariffe applicate dallo schema di raccolta e riciclo dei contenitori, che rischia di far lievitare ulteriormente i prezzi sugli scaffali.

La mossa del BCRS ha suscitato l’ira del primo ministro Robert Abela, che ha lanciato un avvertimento senza mezzi termini: “Se questo porterà a un aumento dei prezzi, sarò dalla parte del popolo” . Ma le aziende, schiacciate dai nuovi costi, non hanno potuto fare altro che adeguarsi.

H2Only, specializzata in acqua purificata, ha confermato un aumento di 10 centesimi su tutti i contenitori sotto i tre litri. “Questo aumento non ci colpisce troppo, dato che non riguarda i nostri prodotti più venduti” , ha spiegato un portavoce della compagnia, ma resta il fatto che il rincaro è già una realtà per i consumatori.

Anche il settore della birra artigianale è in allarme. Jean Bickle, co-fondatore di Huskie Craft Beer, ha dichiarato che la sua azienda, pur rispettando in pieno le normative BCRS, è stata costretta ad alzare i prezzi per far fronte ai nuovi costi amministrativi.

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“Queste tariffe colpiscono in modo sproporzionato i piccoli produttori come noi. E come se non bastasse, non c’è alcuna trasparenza su come vengono distribuite tra i diversi tipi di imballaggi. Perché uno schema che sta performando meglio del previsto dovrebbe imporre ulteriori costi?” , si chiede Bickle.

Il risultato? Tutti i prodotti Huskie in bottiglia di vetro subiranno un aumento di due centesimi nel prossimo mese. “Il nostro rincaro rifletterà esclusivamente i 2 centesimi in più imposti dal BCRS, non un centesimo di più” , ha assicurato il co-fondatore. I prezzi dei fusti di birra, invece, resteranno invariati.

Ma Bickle lancia un allarme ancora più serio: i piccoli birrifici locali rischiano di essere schiacciati dai costi sempre più elevati e di scomparire dal mercato, lasciando spazio solo ai colossi della grande distribuzione. “Per legge, il sistema non dovrebbe gravare in modo sproporzionato sulle piccole imprese. Eppure, il rispetto delle normative BCRS ci costa molto più rispetto ai grandi produttori” , ha denunciato.

Rincari fino al 143%: ecco su quali materiali

L’impatto degli aumenti non è uguale per tutti. I rincari sulle tariffe di riciclo variano a seconda del tipo di materiale:

  • Bottiglie di vetro colorato: +54%
  • Lattine di alluminio: +143%
  • Contenitori in plastica e acciaio: rincari tra il 62% e il 111%

BCRS giustifica questa impennata con il forte aumento dei costi operativi. “Le spese di gestione continuano a crescere”, ha spiegato l’azienda sul proprio sito web. “Abbiamo dovuto affrontare tassi di raccolta più elevati, migliorare la qualità del servizio e rispettare normative sempre più stringenti. Inoltre, il crollo dei prezzi globali dei rifiuti riciclabili nel 2023 e nei primi mesi del 2024 ha ulteriormente aggravato la situazione finanziaria” .

Più controlli in arrivo

Oltre all’aumento delle tariffe, BCRS ha annunciato che intensificherà i controlli e le verifiche nelle prossime settimane per garantire il rispetto delle regole da parte delle aziende.

Va precisato, tuttavia, che l’aumento delle tariffe non riguarda il deposito cauzionale di 10 centesimi  che i consumatori pagano per ogni bottiglia o lattina acquistata. Quest’ultimo rimane invariato. Le nuove tariffe, invece, vengono applicate direttamente ai produttori e agli importatori per ogni contenitore di bevanda immesso sul mercato.

Foto: Matthew Mirabelli

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