In un drammatico colpo di scena in aula, un giovane di 26 anni originario di Qormi, accusato di aver infranto un ordine restrittivo avvicinandosi alla sua ex compagna, è stato liberato dopo una dichiarazione inaspettata da parte della donna e del loro figlio: entrambi lo hanno perdonato.
La decisione, presa dal magistrato Nadia Vella, ha ribaltato una precedente sentenza che si era opposta all’archiviazione del caso nonostante la richiesta della donna. “Abbiamo deciso di perdonarlo”
hanno affermato entrambi davanti al giudice, una dichiarazione che ha segnato la svolta di questa vicenda legale.
L’uomo era stato accusato solo pochi giorni prima di aver violato un ordine di protezione emesso in favore della donna e di suo figlio, di aver disatteso le condizioni della libertà su cauzione e di aver fatto un uso improprio di apparecchiature elettroniche. Quando è stato presentato in tribunale, la donna, tramite il suo avvocato Mark Mifsud Cutajar, aveva chiarito che non voleva proseguire con le accuse, dichiarando di aver superato quanto accaduto. “Non desideriamo andare avanti con questo caso”
aveva detto, ma il tribunale iniziale aveva respinto la richiesta, affermando che il reato contestato non rientrava tra quelli che consentono di procedere sulla base della sola volontà della vittima.
Il rifiuto di concedere la libertà su cauzione aveva ulteriormente complicato la situazione per l’imputato. Tuttavia, come da prassi, il caso è stato assegnato a un nuovo magistrato, che ha rivalutato le prove e le intenzioni delle parti coinvolte.
Mercoledì scorso, quando la donna e suo figlio sono comparsi nuovamente in aula, il tono del procedimento ha subito una trasformazione. Entrambi, sotto giuramento, hanno ribadito fermamente di volere l’archiviazione del caso. “Abbiamo perdonato tutto ciò che è successo e vogliamo andare avanti”
hanno sottolineato, mentre il tribunale li interrogava per assicurarsi della loro determinazione.
Questa volta, il magistrato ha accolto la richiesta, ordinando l’archiviazione delle accuse e la scarcerazione immediata del giovane. Una decisione che segna la fine di una vicenda che, all’inizio, sembrava destinata a un esito diverso.
Il caso è stato seguito dal procuratore Christian Cauchi, con gli avvocati Franco Debono e Marion Camilleri che hanno rappresentato l’accusato. L’avvocato Mark Mifsud Cutajar ha agito come parte civile.
Foto: Matthew Mirabelli