“Questa nuova misura avrà un impatto notevole nella lotta contro gli abusi del sistema, garantendo un processo più sicuro e affidabile per tutti gli interessati”
, ha dichiarato Identità, l’agenzia responsabile dell’emissione dei permessi di soggiorno.
Un giro di vite senza precedenti è appena stato introdotto per i cittadini di paesi terzi che richiedono un permesso di soggiorno a Malta: da oggi, sarà obbligatorio presentare un contratto di locazione notarile. Non si tratta solo di una semplice formalità, ma di un vero e proprio scudo contro le frodi che minacciano il sistema.
In passato, bastava presentare un contratto di locazione registrato presso l’Autorità per l’Abitazione per ottenere un permesso. Ma con l’entrata in vigore di questa nuova regola, il processo diventa più rigoroso: “Qualsiasi contratto di locazione presentato come parte di una domanda di permesso di soggiorno deve essere ufficialmente attestato da un notaio, avvocato o procuratore legale”, ha spiegato Identità. Un cambiamento che, secondo l’agenzia, mira a “garantire l’accuratezza e l’affidabilità delle informazioni fornite”
.
Questa mossa è parte di una strategia più ampia per snellire le procedure di rilascio dei permessi e, soprattutto, per contrastare gli abusi che rischiano di minare la credibilità dell’intero sistema. Richiedere la certificazione di un professionista legale non è solo una questione di burocrazia, ma un modo per garantire “maggiore responsabilità da parte dei proprietari e degli inquilini”
e per assicurare che tutti rispettino la legge, rafforzando al contempo le protezioni contro le false dichiarazioni.
Identità non lascia spazio a dubbi: “Queste misure riflettono un quadro normativo che si evolve continuamente, con un’attenzione particolare alla trasparenza e alla buona governance in tutte le nostre funzioni”
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Questo cambiamento epocale avviene proprio mentre il noto avvocato Jason Azzopardi ha lanciato accuse esplosive: secondo lui, circa 18.000 carte d’identità sarebbero state emesse in modo fraudolento all’interno dell’agenzia. Non solo: Azzopardi ha anche rivelato che le proprietà di alcuni cittadini sarebbero state usate come indirizzi di residenza per ottenere queste carte false. Un magistrato ha già accolto la sua richiesta di un’inchiesta, attualmente in corso.
Fonti interne a Identità, però, sostengono che, sebbene ci siano stati documenti emessi a seguito di frodi, la colpa non sarebbe dell’agenzia stessa, ma dei richiedenti che cercano di ingannare il sistema.
Questa nuova misura, secondo Identità, segna una svolta decisiva nella lotta contro l’abuso del sistema e promette di garantire un processo più sicuro e trasparente per tutti.
Foto: Matthew Mirabelli