Una notte di terrore ha sconvolto la vita di una donna a Birżebbuġa, quando il suo ex compagno di nove anni si è trasformato in una minaccia concreta, entrando nella sua casa e generando il caos. La vicenda, che ha portato alla sua condanna sotto libertà vigilata, rivela una storia inquietante di abuso alimentato dall’alcol e dalla gelosia.
Secondo quanto raccontato in tribunale, tutto è iniziato la notte di Santo Stefano. L’uomo, un residente di Birżebbuġa di 42 anni, ha inviato messaggi carichi di minacce alla sua ex compagna, ignorando completamente il fatto che lei stesse dormendo. Non contento, si è presentato fuori dalla sua abitazione, urlando furiosamente. I figli, ignari del pericolo, gli hanno aperto la porta, permettendogli di entrare. Una volta dentro, ha iniziato a urlare: “Dov’è lui?”
, convinto che ci fosse un altro uomo nascosto in casa.
La vittima, che aveva posto fine alla relazione il novembre precedente, aveva già segnalato alla polizia i comportamenti aggressivi e le minacce ricevute dall’uomo, soprattutto quando era sotto l’effetto dell’alcol. “Quando beve, mi accusa sempre di tradirlo”
, aveva riferito agli agenti.
Durante l’udienza davanti alla magistrata Astrid May Grima, l’uomo, visibilmente provato, ha ammesso tutte le accuse, dichiarandosi colpevole. Tra le lacrime, ha promesso: “Non parlerò più con lei, a meno che non si tratti dei bambini.”
L’avvocato difensore Franco Debono ha sottolineato l’importanza di un ordine di probation, ritenendo che un trattamento mirato potesse aiutare il suo cliente a combattere il problema dell’alcol. Dopo aver ascoltato le argomentazioni, la magistrata ha emesso una sentenza di tre anni di libertà vigilata e un ordine di protezione per la vittima. “Deve rispettare le condizioni dell’ordine e seguire il trattamento”, gli ha ordinato la magistrata, rispondendo poi alla sua preoccupazione sui figli: “Può mantenere contatti con i bambini, ma non con la vittima.”
Gli avvocati Franco Debono e Adreana Zammit hanno rappresentato l’imputato, mentre l’avvocato Lennox Vella ha agito come parte civile.
Foto: [Archivio Times of Malta]