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Malta

Notte di caos a Maghtab: ex soldato spara contro un’auto

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Una notte che ha cambiato tutto. Joseph Bezzina, un 64enne ex soldato, è stato svegliato bruscamente dal rumore devastante di un’auto che si schiantava contro il cancello del suo podere a Maghtab. Era la notte del 25 settembre, e quello che doveva essere un tranquillo rifugio è diventato improvvisamente teatro di una scena da film d’azione. Ma non si trattava di finzione: in pochi istanti, Bezzina ha afferrato il suo fucile da caccia e ha sparato. Due colpi. Uno di avvertimento, come chiarito dalla difesa, ma il secondo ha lasciato il segno sulla Mercedes di Michael Camilleri.

Ora, Bezzina è sotto accusa. Tentato danno grave, uso di armi da fuoco durante la commissione di un crimine, violazione delle condizioni della licenza d’armi e disturbo della quiete pubblica sono solo alcune delle accuse che pendono sul suo capo. Ma la sua difesa è chiara: “Stava solo proteggendo la sua famiglia” , hanno insistito gli avvocati. Questo, assicurano, non era affatto un gesto da “cowboy”.

La vicenda ha preso una piega ancora più intricata quando si è scoperto che questo non era il primo processo legato a quella notte. Solo una settimana prima, Michael Camilleri, l’uomo alla guida dell’auto, si era presentato alla stazione di polizia di Qormi. Ammettendo le sue responsabilità, Camilleri è stato accusato di danni volontari, minacce oltre ogni limite e guida spericolata. Il suo destino? Una condanna con pena sospesa, una multa di 3.000 euro e una sospensione della patente per tre mesi.

Bezzina, dal canto suo, ha deciso di lottare per la sua innocenza, dichiarandosi non colpevole davanti al tribunale. Il racconto dei fatti che emerge dall’aula è scioccante: Camilleri, in piena notte, si scaglia con la sua Mercedes contro il cancello del podere, e Bezzina, svegliato all’improvviso, reagisce. Due colpi di fucile, uno per spaventare, il secondo per fermare l’intruso. La Mercedes fa marcia indietro e fugge, ma la polizia conferma: il parabrezza e il lato del conducente sono crivellati di pallini.

La difesa non molla: “Questo non è un crimine, è autodifesa” , insistono gli avvocati. Viene anche citata una specifica norma di legge che potrebbe scagionare Bezzina, dato che stava difendendo la sua proprietà durante la notte. Eppure, nonostante le argomentazioni, il magistrato Donatella Frendo Dimech ha negato la libertà su cauzione, vista la gravità delle accuse e il fatto che ci sono ancora testimoni civili che devono deporre.

Nonostante la difesa di Bezzina continui a sottolineare che Camilleri ha già ammesso le proprie colpe, accettando la condanna senza fare appello, il magistrato ha deciso di non correre rischi. “La mia coscienza mi dice che è prematuro concedere la cauzione. Ma questo non deve influire in alcun modo sulla tua colpevolezza o innocenza”, ha detto il magistrato a Bezzina, concludendo l’udienza.

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Interessante notare che gli avvocati di Camilleri non si erano opposti alla libertà su cauzione di Bezzina. Tuttavia, il tribunale ha dovuto bilanciare il tutto con la necessità di garantire la sicurezza pubblica. Nel frattempo, è stato raccomandato che Bezzina venga trattenuto in una sezione appropriata delle prigioni, in base alle circostanze particolari del suo caso.

Foto: [Archivio Times Of Malta]

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