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Malta

Neutralità in crisi: malta può ancora restare fuori dai giochi globali?

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Malta, il piccolo arcipelago al centro del Mediterraneo, si è ritrovata al centro delle grandi manovre della diplomazia mondiale nel 2024, sorprendendo tutti con il suo ruolo da protagonista. Da incontri storici a Ta’ Qali con leader mondiali, fino a trattative cruciali per le tregue a Gaza, il Paese ha dimostrato di poter competere con i giganti sulla scena globale. Ma in un mondo sempre più instabile, Malta deve affrontare una domanda spinosa: la sua tradizionale neutralità è ancora valida o deve essere ripensata?

Il panorama internazionale si è complicato con l’escalation del conflitto in Ucraina e i continui bombardamenti su Gaza. Durante il vertice OSCE a Malta, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha lanciato un messaggio inquietante: “Le armi anti-carro e i fili spinati in Ucraina sono la reincarnazione della Guerra Fredda, ma con un rischio molto maggiore di passare a una guerra calda” .

In questo contesto, Malta, che detiene la presidenza dell’OSCE e un seggio nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, si è trovata a percorrere un delicato equilibrio diplomatico, ottenendo successi significativi ma aprendo dibattiti interni sulla sua neutralità.

E’ tempo di rivedere la neutralità di Malta, afferma Julian Vassallo, diplomatico UE, che ha definito il ritorno di Malta al Consiglio di Sicurezza dell’ONU un “grande risultato”. Pur riconoscendo i limiti dei membri a rotazione rispetto ai giganti permanenti come Stati Uniti e Russia, Vassallo ha elogiato il lavoro di Vanessa Frazier, rappresentante permanente di Malta presso l’ONU, descrivendola come una “ambasciatrice di grande talento” .

Secondo Vassallo, la neutralità ha aiutato Malta a conquistare la presidenza dell’OSCE, ma il concetto è ormai sotto pressione. “L’Ucraina è anche la nostra guerra”, ha detto, sottolineando che Malta non può permettersi di rimanere ai margini. Ha invitato il Paese a unirsi al PESCO, un’iniziativa europea sulla difesa, evidenziando come altre nazioni neutrali, come l’Irlanda, ne facciano già parte. “Non possiamo essere gli unici fuori” , ha avvertito.

Evarist Bartolo, ex Ministro degli Esteri, offre però una visione diversa. “Ora più che mai abbiamo bisogno di Paesi neutrali”, ha dichiarato, descrivendo Malta come un luogo ideale per far incontrare i nemici e negoziare la pace. Secondo Bartolo, “tecnologicamente e logisticamente, nessuno ha bisogno di Malta in un ruolo militare; la nostra posizione strategica è obsoleta”. Ha esortato il Paese a puntare su commercio, investimenti e turismo, e a evitare “la modalità di economia di guerra” verso cui, a suo dire, si sta muovendo l’UE.

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Ma Bartolo ha anche messo in guardia contro un ulteriore avvicinamento alla NATO, criticando la recente decisione di Malta di aderire ai programmi di partnership personalizzata dell’Alleanza. “Non è una buona idea” , ha detto, descrivendolo come un passo nella direzione sbagliata.

Per Tonio Borg, ex Commissario Europeo, Malta ha perso un’occasione d’oro per sfruttare le sue “credenziali mediterranee”“La nostra posizione è parte della nostra identità” , ha detto, criticando la decisione dell’UE di affidare a un politico croato il ruolo di Commissario per il Mediterraneo invece che a Malta. Borg ha ribadito il suo sostegno alla neutralità militare, pur riconoscendo la necessità di cooperare con le grandi potenze senza compromettere i principi costituzionali del Paese.

Mentre Malta conclude i suoi incarichi internazionali all’OSCE e al Consiglio di Sicurezza, si apre un dibattito sul futuro: adattarsi a un mondo in cambiamento o restare fedeli a una neutralità che ha definito la sua storia? La risposta determinerà il ruolo di Malta nel panorama globale nei prossimi anni.

Foto: Matthew Mirabelli
Foto: AFP

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