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Malta

mosta: il casinò segreto e l’errore che ha ribaltato tutto dopo 20 anni

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Vent’anni fa, un casinò illegale nascosto dietro le quinte di un bar di Mosta è stato il fulcro di un’operazione della polizia. Oggi, quel caso si chiude con un colpo di scena: Raymond Schembri, 61 anni, è stato prosciolto ancora una volta, lasciando dietro di sé un filo di errori burocratici e clamorose incongruenze nei documenti delle autorità.

Schembri, già noto per essere sfuggito a precedenti accuse simili, era accusato di gestire un casinò senza licenza presso il Monalisa Bar, in Triq it-Tiġrija. La polizia aveva effettuato una perquisizione il 7 dicembre 2004, scoprendo attività di gioco d’azzardo non autorizzate. Eppure, nel verbale ufficiale era stata riportata una data sbagliata: “La perquisizione è avvenuta il 6 dicembre 2004” . Un errore piccolo, ma fatale.

Durante il processo, il tribunale ha dichiarato inammissibili le prove raccolte quel giorno, sottolineando che l’errore nella documentazione non era mai stato corretto. Inoltre, le dichiarazioni di Schembri rilasciate durante l’interrogatorio non sono state prese in considerazione poiché l’uomo non aveva ricevuto il diritto all’assistenza legale. Alla luce di queste irregolarità, il tribunale, guidato dal magistrato Elaine Rizzo, non ha potuto fare altro che pronunciare l’assoluzione.

Questa non è la prima volta che Schembri sfugge alla giustizia. Nel 2007, era stato assolto per un’altra accusa di gioco d’azzardo illegale perché l’indirizzo indicato nei documenti ufficiali non corrispondeva alle testimonianze. Nel 2011, un’accusa simile, che lo vedeva coinvolto nella gestione di un casinò illegale in un garage a Marsa, era stata archiviata per lo stesso motivo: un indirizzo sbagliato.

La causa è stata portata avanti dal sovrintendente Alexandra Mamo e dall’ispettore Raymond Aquilina, mentre Schembri era difeso dai noti avvocati Franco Debono e Marion Camilleri. Il magistrato Elaine Rizzo, che ha assunto il caso solo di recente, ha infine messo un punto fermo su questa vicenda durata vent’anni.

Foto: Shutterstock.com

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