Malta

minacce e segreti: l’intonacatore di Birkirkara in tribunale tra dolore e disperazione

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Un intonacatore di Birkirkara è finito in tribunale per aver inviato messaggi minacciosi ai suoi clienti, una coppia che aveva richiesto i suoi servizi per lavori in casa. Ma ciò che emerge è una storia ben più profonda: problemi psicologici, dolore cronico e un grido d’aiuto ignorato. Martedì, il giudice ha deciso per un periodo di libertà vigilata e un ordine di trattamento, cercando di mettere un argine alla spirale in cui si trova quest’uomo di 36 anni, afflitto da vicende personali che hanno fatto precipitare la sua vita.

Scortato in tribunale in stato di arresto, l’intonacatore ha ammesso di aver inviato una serie di messaggi WhatsApp ed email alla coppia dopo che questa aveva lamentato ritardi nei lavori. La sua avvocatessa, Yanika Barbara Sant, ha raccontato alla corte la discesa del suo cliente nell’abisso della depressione: “Si è ritrovato senza lavoro, sommerso dai problemi, con un dolore fisico costante che lo tormentava ogni giorno”, ha dichiarato l’avvocato. L’uomo, disperato, ha tentato di ottenere assistenza psicologica presso il Mount Carmel Hospital ma, a quanto pare, gli è stato detto che il sostegno era riservato a “casi gravi” .

In aula, l’intonacatore ha confessato tutte le accuse: aver causato paura di violenza, molestie, insulti e minacce alla coppia, oltre ad aver fatto uso improprio di mezzi elettronici per trasmettere quei messaggi inquietanti. Il pubblico ministero, l’ispettore Andrew Agius Bonello, ha chiesto un ordine di trattamento urgente, nonché un’ordinanza di protezione per la coppia.

La difesa, nel frattempo, ha spiegato come negli ultimi due anni l’imputato abbia visto crollare la sua vita a causa di dolori cronici dovuti al lavoro, che hanno aggravato una depressione già grave. Oggi è seguito da un team di professionisti psichiatrici e, secondo la sua avvocatessa, “si è pentito profondamente di ciò che ha fatto… non aveva alcuna intenzione di far paura alla coppia” .

Dopo aver ascoltato le testimonianze e le dichiarazioni delle parti, il magistrato Astrid May Grima ha emesso il verdetto, dichiarando l’uomo colpevole e imponendo un periodo di libertà vigilata, un ordine di trattamento e un ordine di protezione della durata di due anni.

Il tribunale ha avvisato l’intonacatore di seguire scrupolosamente tutte le indicazioni dei professionisti che monitoreranno i suoi progressi e ha sottolineato che ogni infrazione avrà gravi conseguenze.

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