Martedì, una svolta inaspettata ha riportato i medici in tutti i centri di salute pubblica, almeno per qualche giorno. La decisione è arrivata dopo un incontro che fonti hanno descritto come “lungo e produttivo
” tra i rappresentanti dell’Associazione Medica di Malta (MAM) e il Ministero della Salute. Ma l’accordo è solo temporaneo: le direttive sono state sospese fino a venerdì.
“Ci sono ancora alcune questioni irrisolte, ma sono stati fatti sufficienti progressi per rimandare le direttive a venerdì” hanno rivelato fonti mediche al Times of Malta
. Dietro questa tregua apparente, però, si nasconde una battaglia accesa su due fronti: la gestione di tre ospedali pubblici e la cronica carenza di personale nelle strutture sanitarie primarie.
Tutto è esploso quando il governo ha deciso di avviare un progetto da ben 14 milioni di euro per deviare alcuni pazienti del pronto soccorso del Mater Dei Hospital verso cliniche private. Una mossa controversa che, secondo la MAM, è stata decisa senza consultazioni adeguate. La mancanza di garanzie sul funzionamento del piano ha spinto il sindacato a imporre una direttiva ai medici del pronto soccorso di non inviare pazienti agli ospedali privati.
Ma non finisce qui. Le tensioni si sono riversate anche sui centri di salute, dove solo quelli di Paola, Mosta e Floriana sono riusciti a garantire l’apertura continua. Al contrario, le strutture di Gżira, Cospicua, Kirkop, Birkirkara e Qormi sono state duramente colpite. Per far fronte all’emergenza, il sindacato degli infermieri (MUMN) ha chiesto ai suoi membri di assistere i pazienti nei centri colpiti, mentre gli ospedali privati coinvolti nell’accordo di outsourcing hanno iniziato ad accogliere pazienti pubblici.
Foto: Matthew Mirabelli