Uno scontro epico tra ambientalisti e costruttori si è concluso con una clamorosa vittoria per la natura: la Corte d’Appello ha annullato il permesso per la costruzione di una piscina nella splendida valle protetta di Marsalforn! Un progetto controverso, che aveva fatto infuriare le ONG e messo in allarme gli amanti del paesaggio gozitano, è stato fermato con un colpo di scena giudiziario. Il motivo? Un’interpretazione errata delle normative da parte del tribunale urbanistico.
L’istanza, presentata nel 2021 da Mark Agius – noto partner d’affari del magnate dell’edilizia Joseph Portelli – prevedeva la costruzione di una piscina sul retro di un complesso di appartamenti a Xagħra, precedentemente approvato in una richiesta separata. Eppure, nonostante due raccomandazioni per il rifiuto, la Planning Authority (PA) e il tribunale urbanistico avevano inspiegabilmente dato il via libera al progetto, scatenando una feroce battaglia legale.
Gli ambientalisti di Moviment Graffiti, Din l-Art Ħelwa, Għawdix, Wirt Għawdex, Flimkien għal Ambjent Aħjar (FAA) e il comune di Xagħra non hanno accettato il verdetto senza combattere. Hanno portato il caso in tribunale, sostenendo che il permesso violava le politiche urbanistiche e avrebbe gravemente danneggiato il paesaggio incontaminato di Gozo.
Alla fine, la sentenza del Capo della Giustizia Mark Chetcuti ha dato loro ragione. Il giudice ha stabilito che il progetto doveva essere valutato secondo la normativa GZ-EDGE-2, che vieta piscine al di fuori delle zone di sviluppo a meno che non siano situate in un giardino già esistente e riconosciuto legalmente. E qui arriva il colpo di scena: le fotografie aeree del 1967 mostravano solo un muretto a secco sul sito, ma nessuna traccia di un giardino!
“Il punto cruciale è che deve essere fornita la prova dell’esistenza di un giardino preesistente e che lo sviluppo sia previsto all’interno o in parte di tale giardino, cosa che dovrebbe emergere chiaramente dalle foto aeree del 1967”
, si legge nella sentenza.
Con queste parole, il tribunale ha smontato pezzo per pezzo la decisione del tribunale urbanistico, dichiarandola completamente errata dal punto di vista legale. Il verdetto finale? Il permesso non sarebbe mai dovuto essere concesso e l’applicazione andava respinta.
Un duro colpo per i costruttori, ma una vittoria storica per l’ambiente e per chi continua a lottare per proteggere il patrimonio naturale di Gozo!