Malta è davvero un paradiso per i lavoratori stranieri o un labirinto di ostacoli e sfruttamento? L’Anti-Poverty Forum (APF) lancia un allarme e chiede al governo di agire subito: il periodo di grazia per i lavoratori extra-UE che perdono il lavoro è troppo breve e le aziende che li sfruttano devono pagare un prezzo più alto.
Oggi, i lavoratori provenienti da paesi terzi hanno solo 10 giorni per trovare una nuova occupazione dopo aver perso il lavoro, un termine a dir poco impossibile. Il governo ha proposto di estenderlo a 60 giorni, ma per l’APF non è ancora abbastanza: serve almeno un periodo di 90 giorni affinché questi lavoratori abbiano una reale possibilità di ricollocarsi senza cadere nella trappola della clandestinità o dello sfruttamento.
Basta sfruttamento: pene più severe per i datori di lavoro senza scrupoli
Ma non è tutto. L’APF mette nel mirino i datori di lavoro che approfittano dei lavoratori extra-UE, chiedendo sanzioni più dure per chi li sfrutta. L’organizzazione sottolinea che, sebbene l’obiettivo della riforma sia quello di dare priorità ai lavoratori maltesi ed europei, non si può chiudere un occhio sulla condizione dei TCN.
“I lavoratori extra-UE sono esseri umani, parte integrante del nostro sistema economico, proprio come i maltesi e gli europei”, ha dichiarato il Forum, sottolineando che la sola squalifica per i datori di lavoro abusivi è una punizione troppo blanda. “Le pene devono essere sufficientemente severe per fungere da deterrente. La sola squalifica può essere vista come una risposta troppo blanda che mina un atteggiamento di tolleranza zero verso lo sfruttamento”.
L’APF chiede anche che i lavoratori TCN abbiano accesso ai servizi di assistenza legale attraverso JobsPlus o il Department for Industrial and Employment Relations (DIER), e che vengano istituiti meccanismi di indagine efficaci in caso di segnalazioni di abuso.
Malta sta davvero importando troppi lavoratori stranieri?
Con il numero di lavoratori extra-UE in costante aumento, l’APF solleva un’altra questione cruciale: Malta ha davvero bisogno di tutta questa manodopera straniera o si tratta di una forzatura che sta mettendo sotto pressione il paese?
L’organizzazione ha chiesto al governo di condurre uno studio approfondito per capire se le risorse locali siano utilizzate in modo efficace. Il rischio, secondo il Forum, è che false dichiarazioni sulla carenza di lavoratori possano spingere a un’immigrazione eccessiva, mettendo in difficoltà le infrastrutture e le istituzioni pubbliche maltesi.
Senza stipendio per mesi: la trappola dei permessi di lavoro
Un altro punto critico sollevato dall’APF riguarda i lavoratori extra-UE che rimangono sospesi per mesi, in attesa del rinnovo del permesso di lavoro. In alcuni casi, si parla di cinque mesi senza stipendio, senza certezze, con la costante paura di dover lasciare il paese da un momento all’altro.
L’APF chiede al governo di intervenire immediatamente per velocizzare queste procedure, riducendo l’ansia e il disagio per questi lavoratori. E poi c’è la questione salariale: il Forum chiede che ai lavoratori extra-UE venga garantito lo stesso stipendio di un maltese per la stessa mansione, evitando che diventino una forza lavoro sottopagata e sfruttata.
Infine, un ultimo punto fondamentale: bisogna assicurarsi che le condizioni di vita di questi lavoratori siano dignitose. “Le condizioni abitative dei lavoratori extra-UE devono essere monitorate per garantire che possano vivere in modo decoroso e dignitoso durante il loro soggiorno a Malta”
ha sottolineato l’APF.
Foto: Chris Sant Fournier