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Malta

malta sorprende l’europa: età mediana in calo mentre altrove cresce

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La popolazione di Malta sta sfidando le tendenze europee!  Mentre la maggior parte dei Paesi dell’Unione Europea vede crescere l’età media dei propri cittadini, Malta sorprende tutti con un’inversione di tendenza inaspettata: l’età mediana è infatti scesa rispetto a dieci anni fa. Secondo gli ultimi dati di Eurostat, nel 2024 l’età mediana a Malta era di 39,8 anni, in calo rispetto ai 40,5 del 2014. Un contrasto netto con la media UE, che nello stesso periodo è salita da 42,5 a 44,7 anni.

Ma c’è di più: l’unico altro Paese dell’UE che ha visto una leggera diminuzione nell’età mediana è stata la Germania, passata da 45,5 anni nel 2014 a 45,6 nel 2024. In questo panorama, Malta si piazza al terzo posto tra le nazioni con l’età mediana più bassa, superata solo dall’Irlanda (39,4) e dal Lussemburgo (39,7). All’opposto, l’Italia guida la classifica delle nazioni più “anziane” d’Europa, con un’età mediana di ben 48,7 anni, seguita da Bulgaria e Portogallo (47,1) e Grecia (46,9).

Ma come si è arrivati a questo punto? Le statistiche raccontano una storia interessante: nel 1977, l’età mediana a Malta era di appena 27,8 anni. Da allora, la crescita è stata lenta ma costante, segno di una popolazione che invecchia, ma non così velocemente come nel resto d’Europa. L’età mediana, che rappresenta il punto in cui metà della popolazione è più giovane e l’altra metà è più anziana, è un indicatore fondamentale per capire la struttura demografica di un Paese.

Non solo. I dati di Eurostat includono anche il rapporto di dipendenza degli anziani , un parametro che misura la pressione demografica sulla forza lavoro confrontando il numero di persone over 65 con quelle in età lavorativa (15-64 anni). E qui arriva un’altra sorpresa: sebbene Malta stia invecchiando, la pressione sulle risorse nazionali cresce più lentamente rispetto agli altri Paesi UE. Nel 2014, questo rapporto era del 26,0%, salendo appena al 27,1% nel 2024. In confronto, la media UE è passata dal 29% nel 2015 a un preoccupante 33,9% nel 2024.

E il futuro? Un rapporto del Consiglio d’Europa del 2024 dipinge uno scenario inquietante: entro il 2050, il rapporto di dipendenza degli anziani in Europa potrebbe schizzare al 56,7%, lasciando meno di due persone in età lavorativa per ogni anziano. Un cambiamento epocale che potrebbe mettere a dura prova i sistemi pensionistici, sanitari e le finanze pubbliche.

Per affrontare questa sfida, il rapporto suggerisce che “l’immigrazione potrebbe aiutare a colmare le carenze di manodopera, in particolare nei settori della sanità, assistenza agli anziani e servizi sociali”. Tuttavia, avverte anche che “la crescente retorica populista contro i migranti rende l’integrazione più difficile”, sottolineando l’importanza di politiche sostenibili a lungo termine rispetto a risposte di emergenza a breve termine.

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Foto: Shutterstock.com

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