Il padre dell’attore e cantante Roger Tirazona aveva un ultimo, disperato desiderio: essere cremato e che le sue ceneri fossero mandate nelle Filippine. Ma quel desiderio non è stato esaudito, lasciando la famiglia in un tormento senza fine. La causa? Malta, nel 2024, è ancora in attesa di costruire il suo primo crematorio.
Tirazona, che è anche docente universitario, ha rivelato con dolore che la sua famiglia non è riuscita a esaudire la volontà del padre a causa dello stato avanzato di decomposizione del corpo. Ma non solo: le sfide logistiche e il peso emotivo di quel momento hanno reso impossibile anche solo pensare di trasportare il corpo fino al più vicino crematorio in Sicilia. “Le ultime volontà di un uomo morente non hanno potuto essere onorate,”
ha detto con rammarico il figlio.
E così il corpo di mio padre è stato sepolto in una tomba di Stato, dove, un giorno, i suoi resti saranno rimossi e andranno perduti per sempre. Ho sempre creduto che la politica fosse lì per servire le persone, rispondere alle loro preoccupazioni più profonde. E cosa c’è di più profondo che onorare la vita e la morte di un uomo in modo dignitoso?”
ha scritto Tirazona, pieno di amarezza.
Una morte avvolta nel silenzio
Roger Tirazona Senior è spirato l’11 gennaio, nel sonno. Quando il figlio ha parlato con il Times of Malta, ha raccontato che il padre era morto a casa sua, “coperto da una coperta e il suo corpo è rimasto così, immobile, per un tempo che è sembrato infinito”
prima che qualcuno lo trovasse. Il dolore di quella scoperta è stato aggravato dal fatto che il corpo era in uno stato di decomposizione così avanzato che il personale dell’obitorio non ha potuto nemmeno vestirlo con l’abito funebre tradizionale filippino, il ‘Barong Tagalog’, che la famiglia aveva amorevolmente preparato.
Non ci è stato permesso di aprire la bara sigillata, a causa della decomposizione troppo rapida. In quelle condizioni, dubito che far volare il corpo fino in Sicilia sarebbe stato pratico o rispettoso, ha confessato Tirazona.
Ma quello della famiglia Tirazona non è un caso isolato. In tanti, negli ultimi anni, si sono trovati a vivere lo stesso incubo: senza un crematorio in patria, l’unica opzione è spedire i resti all’estero, affrontando un processo che è non solo costoso ma anche emotivamente devastante.
Nonostante la legge che ha legalizzato la cremazione a Malta sia stata approvata nel 2019, i progressi verso la costruzione di un crematorio nazionale sono stati tragicamente lenti. Diverse richieste sono state avanzate, ma problemi di pianificazione e ambientali hanno bloccato ogni passo avanti.
“È incredibile che questo servizio esista per gli animali domestici, ma non per gli esseri umani!”
I direttori di pompe funebri e vari sostenitori hanno lanciato appelli accorati al governo, chiedendo che la costruzione di un crematorio diventi una priorità assoluta, sottolineando la crescente domanda di questo servizio e i benefici ambientali che potrebbe offrire. Un crematorio locale, dicono, non solo darebbe alle famiglie un’opzione più conveniente e accessibile, ma eliminerebbe anche la necessità di trasporti oltremare, con tutto il dolore che comportano.
Non riesco davvero a capire perché, nel 2024, siamo ancora in questa situazione. La cremazione è un servizio civile fondamentale, che dovrebbe essere promosso e sovvenzionato dal governo, non solo per motivi ambientali, ma anche per rispetto delle esigenze esistenziali della popolazione maltese, ha dichiarato con fermezza Tirazona. È assurdo che questo servizio esista per i nostri animali domestici defunti, ma non per le persone che lo scelgono.”
E come se non bastasse, Tirazona ha ammesso di essere stato sopraffatto dal dolore e dal trauma della perdita, tanto da non riuscire a gestire le questioni pratiche. Se la cremazione fosse stata un’opzione disponibile e semplice, avrebbe potuto onorare le ultime volontà di suo padre senza il peso aggiuntivo di dover organizzare un trasporto verso la Sicilia.
“Senza contare che, se avessimo deciso di portarlo in Sicilia, i costi della sepoltura sarebbero lievitati a dismisura. Un servizio del genere dovrebbe essere accessibile a tutti e non dovrebbe comportare spese di circa 5.000 euro tra voli e altri costi, ha detto. È una soluzione infinitamente più pratica rispetto a una sepoltura in tombe statali ormai sovraffollate – e con una popolazione in crescita, quanto ancora potranno durare?”
Nel frattempo, sono state inviate domande al Ministero della Salute, nella speranza che qualcosa si muova.
Da quando Malta ha legalizzato la cremazione nel 2019, sempre più persone stanno considerando questa nuova opzione per se stessi o per i propri cari. La legge, oltre a offrire un’alternativa alla sepoltura, consente alle persone di decidere liberamente cosa fare con le ceneri. Essa prevede che ogni crematorio debba disporre di un obitorio, una sala per le visite, strutture adeguate per l’estrazione di impianti dal corpo, una sala di cremazione e una sala per la conservazione dei resti.
Foto: [Archivio Times Of Malta]