Il primo crematorio di Malta potrebbe finalmente diventare realtà entro due anni! A rivelarlo è Johann Camilleri, direttore di un’impresa funebre che ha già in cantiere un progetto rivoluzionario: la costruzione del primo crematorio maltese, situato a Paola. Un passo epocale, che potrebbe cambiare per sempre il modo in cui i maltesi diranno addio ai loro cari.
Camilleri, parlando con Times of Malta
, ha dichiarato che la sua squadra sta attualmente lavorando su una versione aggiornata dei piani presentati tre anni fa, per allinearsi con le nuove regole governative approvate di recente. Nonostante l’obbligo di ridurre l’area del progetto da 700 a 500 metri quadrati – il massimo consentito dalla normativa – Camilleri ha rassicurato che il suo gruppo è più determinato che mai.
“È meno conveniente, ma è ancora fattibile… Ci sarà qualche mese di ritardo, ma questo darà ai nostri ingegneri il tempo di ottimizzare i piani”
ha spiegato Camilleri, confermando che la sua società, Active Group Limited, punta a presentare le nuove proposte entro il prossimo mese e spera di iniziare le cremazioni entro due anni. Un progetto visionario, in grado di rispondere a una richiesta crescente.
Nel 2021, la Active Group Limited aveva già presentato una domanda per costruire il crematorio su un terreno privato vicino al cimitero Addolorata, una posizione che Camilleri ha definito “ideale”
per la struttura. Il cimitero di Addolorata, in funzione dal 1860, è il principale luogo di sepoltura dell’isola, ma la collina su cui sorge, Tal-Ħorr, è stata utilizzata a scopo funerario sin dai tempi preistorici.
Il cambiamento è nell’aria da tempo. Nel 2019, Malta ha legalizzato la cremazione, permettendo ai cimiteri esistenti di offrire questo servizio. Poi, nel 2022, l’introduzione del Cremation Act
ha sancito la legalizzazione dei crematori autonomi. Ma solo ora, dopo l’approvazione della politica specifica da parte del Ministro della Pianificazione Clint Camilleri, le aziende possono finalmente trasformare i loro progetti in realtà.
Secondo il Ministro della Pianificazione, Clint Camilleri, la domanda stimata per i servizi di cremazione varia tra 500 e 1.000 richieste annuali – tra il 10% e il 20% delle circa 5.000 morti all’anno – il che rende insostenibile la presenza di più di un operatore sul mercato.
“Malta non può sostenere più di un crematorio; se ce ne fossero due, è molto probabile che fallirebbero entrambi… So per certo che non c’è abbastanza domanda per mantenerne più di uno”
ha dichiarato con fermezza Camilleri, lanciando un monito chiaro su ciò che potrebbe accadere se il mercato venisse liberalizzato senza controllo.
Camilleri ha spiegato che la costruzione del crematorio rappresenta un investimento di circa 3 milioni di euro e ha sottolineato che la sua azienda sarebbe riluttante a investire in attrezzature di alta qualità se il mercato fosse aperto senza alcun regolamento. La sua visione è chiara: evitare il caos di una concorrenza spietata che abbasserebbe inevitabilmente gli standard.
“La cremazione non dovrebbe essere lasciata al libero mercato”
ha avvertito Camilleri, temendo che operatori inesperti possano fare il loro ingresso, abbassando gli standard e la qualità del servizio. Tuttavia, ha chiarito che la sua azienda è pronta ad andare avanti con il progetto anche se il governo non dovesse emettere un bando ufficiale, puntando sull’acquisizione del sito a Paola e sugli investimenti già effettuati in ricerca e sviluppo.
Ma c’è dell’altro: Times of Malta
ha appreso che almeno un’altra azienda ha in programma di aprire un crematorio nei prossimi anni. Il mercato si prepara dunque a una sfida delicata.
La mancanza di linee guida chiare fino a poco tempo fa ha sicuramente ostacolato lo sviluppo dei crematori autonomi, ma ora il percorso è tracciato. Le nuove politiche recentemente annunciate, che rappresentano una revisione parziale delle normative cimiteriali, stabiliscono parametri chiari per la costruzione di crematori autonomi. La struttura, infatti, non può superare i 500 metri quadrati e non deve essere più alta di 7,7 metri, oltre a dover essere situata ad almeno 183 metri di distanza dalle abitazioni residenziali. Inoltre, i crematori costruiti al di fuori dei cimiteri saranno considerati solo se posti fuori dalle zone di sviluppo, ma comunque entro 1,5 km dai principali centri urbani. A Gozo, le strutture per la cremazione saranno consentite solo a Rabat e Xewkija.
Fino a questo momento, le famiglie che desideravano cremare i propri cari erano costrette a inviare il corpo in Sicilia o nel Regno Unito, un servizio che costava circa 4.500 euro. La situazione è diventata particolarmente delicata dopo che un noto artista ha espresso il proprio dolore per non essere riuscito a esaudire il desiderio del padre, il quale aveva chiesto di essere cremato e riportato nelle Filippine.
Foto: Jonathan Borg, Shutterstock e Facebook.