Economia

Malta ‘pioniera’, mentre l’UE mette un freno al ‘selvaggio west’ dell’industria delle criptovalute

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Il lavoro di Malta nella regolamentazione del settore delle criptovalute negli ultimi cinque anni ne fa uno Stato membro “pioniere del settore”, nonostante i numerosi “punti critici” affrontati, secondo il CEO dell’Autorità per i Servizi Finanziari di Malta Kenneth Farrugia.

Queste sono state le sue parole in occasione di una conferenza organizzata dall’Autorità sull’introduzione di nuovi regolamenti che mirano ad armonizzare la regolamentazione del settore cripto in tutta Europa.

Il regolamento, noto come Markets in Crypto-Assets Regulation (MiCA), obbligherà tutti gli operatori del settore in Europa a seguire le stesse regole. Sebbene sia stata introdotta all’inizio di quest’anno, gli esperti del settore affermano che le autorità di tutto il continente riusciranno ad adeguarsi alle norme solo entro la fine del 2024.

Secondo gli esperti, molte delle disposizioni di questi nuovi regolamenti sono già in vigore a Malta e si aspettano, dunque, che l’industria delle criptovalute locale vada incontro a relativamente pochi cambiamenti.

Il mercato delle criptovalute è stato spesso accusato di fungere da veicolo per il crimine finanziario, a causa di una poco rigorosa vigilanza normativa. Si ritiene che circa 60 miliardi di dollari di asset cripto sia transitata da Malta durante i primi anni di vita di questo settore, prima che le normative al riguardo fossero rafforzate.

Verena Ross, presidente dell’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, parla alla conferenza. Foto: MFSA

Niente più ‘selvaggio west’

I relatori della conferenza hanno voluto insistere sul fatto che i tempi del ‘selvaggio west’ del settore sono finiti.

Ammettendo che la regolamentazione del mercato in tutta l’UE è stata “frammentaria e leggera”, Verena Ross, presidente dell’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati, ha sottolineato ai delegati della conferenza che, sebbene il MiCA contribuirà in modo significativo a risolvere questo problema, non è “una soluzione ottimale”.

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Ross ha indicato Malta come uno dei Paesi che ha fatto da apripista nella regolamentazione del suo mercato delle criptovalute, affermando che il lavoro della MFSA può servire da modello per altri Paesi che cercano di adattarsi alle nuove regole.

Le normative, ha detto Ross, rafforzeranno la supervisione degli operatori del settore e introdurranno un’applicazione rigorosa ogni qualvolta si verifichino degli illeciti.

“Spesso si sente dire che i beni cripto sono senza confini. Questo può essere vero per la tecnologia, ma non per la struttura legislativa”, ha avvertito.

“In quanto autorità dell’UE, favoriamo un chiaro impegno nei confronti dei quadri normativi dell’UE”.

L’85% dei potenziali operatori ha lasciato il Paese

Gli sforzi della MFSA per regolamentare questo settore nascente sono stati evidenziati in un esaustivo discorso di Christopher Buttigieg, Chief Officer Supervision della MFSA.

Buttigieg ha ammesso che la regolamentazione del settore era inizialmente “debole”, e ha espresso le preoccupazioni dell’autorità circa i potenziali casi di riciclaggio di denaro, truffe e rischio informatico.

Questo ha portato l’autorità a sviluppare un quadro di attività finanziarie virtuali, un test per gli operatori che desiderano agire nel settore delle attività cripto a Malta.

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“Inizialmente avevamo 180 società registrate. Dopo aver capito che stavamo prendendo sul serio la questione, l’85% si è trasferito fuori dal Paese”, ha detto.

Alla fine, secondo Buttigieg, circa 23 società hanno richiesto una licenza, e solo la metà di esse è stata approvata.

“Alla fine, ne è risultata un’industria piccola, ma in grado di rispettare i regolamenti”, ha affermato.

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