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Malta al bivio sui diritti LGBTIQ: graffitti lancia l’allarme

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Nonostante i progressi che Malta ha fatto per i diritti della comunità LGBTIQ, il lavoro non è affatto concluso. Moviment Graffitti ha lanciato un chiaro messaggio al governo: il mese del Pride non deve essere solo un’occasione per sfilare a braccetto con la comunità arcobaleno, ma un’opportunità concreta per risolvere questioni che, a oggi, restano drammaticamente irrisolte.

Alla vigilia della coloratissima parata del Pride, il gruppo ha voluto ricordare che questo evento non è solo una festa di colori, ma soprattutto una protesta politica, un grido di chi ancora lotta per i propri diritti. Nonostante le molte vittorie legislative, il traguardo finale è ancora lontano, e i problemi più gravi rimangono in sospeso.

Un esempio lampante? La clinica per il benessere di genere a Paola. È da oltre un anno che il servizio non funziona a pieno regime a causa della mancanza di uno psichiatra, e questo ha creato liste d’attesa infinite per chi attende disperatamente di iniziare il proprio percorso di affermazione di genere.

“Tanti giovani, stremati dall’attesa, si sono visti costretti a rivolgersi alla sanità privata, perché il servizio pubblico li ha abbandonati. Non potevano più aspettare per iniziare a vivere come se stessi”  ha sottolineato il gruppo.

Ma i disservizi non finiscono qui. Nonostante la promessa del governo di fornire gratuitamente PrEP e PEP negli ospedali, tali medicinali non sono ancora disponibili. E tutto questo avviene mentre Malta è ai primi posti in Europa per il numero di nuove diagnosi di HIV.

“Chi è a rischio e può permetterselo, deve comprare questi farmaci di tasca propria. Chi invece non ha i mezzi, rischia di contrarre il virus e di diffonderlo ulteriormente nella comunità” ha denunciato Graffitti.

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E c’è di più. Anche se Malta è celebrata a livello internazionale per i suoi diritti progressisti, non tutti ne beneficiano allo stesso modo. I migranti LGBTQ+ si sentono esclusi e insicuri, e la situazione per loro è decisamente drammatica.

“I richiedenti asilo LGBTIQ+ subiscono detenzioni illegali e rischiano la deportazione, poiché non riescono a dimostrare il loro orientamento sessuale”  ha dichiarato il gruppo.

“Malta considera otto Paesi che criminalizzano l’omosessualità come ‘sicuri’, mettendo a rischio i migranti LGBTIQ+, le cui domande di asilo vengono respinte. Se rimandati in quei Paesi, possono finire in prigione per anni. Nei centri di detenzione non sono al sicuro: subiscono discriminazioni, stigma e vivono nella costante paura per la propria incolumità.”

E non finisce qui. I richiedenti asilo sieropositivi devono affrontare sfide ancora più ardue, poiché non vengono separati nel centro di accoglienza iniziale, rendendo quasi impossibile l’accesso a servizi essenziali, come la terapia antiretrovirale e le cure di affermazione di genere, che comprendono la continuazione del trattamento ormonale.

“Il Moviment Graffitti sarà davvero fiero di vedere Malta in cima all’indice LGBTIQ+ solo quando tutti, senza eccezioni, godranno degli stessi diritti”  ha concluso il gruppo.

“Chiediamo alle autorità di agire concretamente per la comunità LGBTIQ+, non limitandosi a marciare al loro fianco.”

Foto: Matthew Mirabelli

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