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Malta

L’ultimo respiro di St Julian’s: l’oasi sta per scomparire?

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Un angolo di paradiso rischia di scomparire sotto il peso della cementificazione. Gli anziani residenti di St Julian’s, abituati alla pace e alla tranquillità, si preparano a combattere contro lo spettro del rumore e dell’inquinamento che minaccia di trasformare il loro villaggio in un inferno urbano.

Tra questi, Jenny Psaila, 88 anni, osserva con ansia dal suo piccolo terrazzo su Birkirkara Hill, circondata dai verdi giardini che finora l’hanno protetta dal caos cittadino. “È sempre stato un posto tranquillo, un rifugio perfetto per chi, come noi, desidera vivere gli ultimi anni in pace. Ma ora mi chiedo: che fine faremo? “, confida con un filo di voce.

Ma la tranquillità di Jenny e degli altri abitanti è seriamente minacciata da un progetto che ha già fatto tremare il cuore del villaggio: la trasformazione di Sirdar House, un’antica residenza del XIX secolo, in un hotel a quattro piani con piscina. Questo progetto, promosso da Andrea Zammit Tabona e dall’architetto Edwin Mintoff, ha lasciato Jenny senza parole quando ha scoperto che era stato approvato. “Sono terrorizzata al pensiero di cosa accadrà. Non sappiamo se i nostri giardini e case resisteranno a questi lavori ,” aggiunge, temendo che il muro secolare che separa la sua proprietà dal cantiere possa cedere sotto i colpi delle ruspe.

Winston Psaila, suo marito, è altrettanto preoccupato. Nel giardino di Sirdar House si erge un albero maestoso, destinato all’abbattimento per far spazio alla piscina. “Davvero vogliamo sacrificare un pezzo di Madre Natura per un altro hotel? “, si chiede con amarezza.

E non finisce qui. La Planning Authority ha già dato il via libera a un altro progetto che prevede la demolizione di una delle case storiche di St Julian’s per la costruzione di una nuova strada pedonale, costellata di nuove unità residenziali. E, come se non bastasse, proprio di fronte alla casa dei Psaila.

Siamo in trappola. Con la costruzione dietro di noi e quella davanti, non ci resterà più aria da respirare, solo traffico e inquinamento,” avverte Winston, preoccupato per il futuro di questa strada già congestionata. “E cosa accadrà quando l’hotel sarà aperto? Saremo sommersi dal rumore, non solo durante i lavori, ma anche dopo, con i turisti e il ristorante,” continua, esprimendo un senso di impotenza che ormai pervade la loro quotidianità.

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Ma Jenny e Winston non sono pronti a gettare la spugna. Stanno pensando di contestare la decisione della Planning Authority, e non sono soli. Lina Busuttil, che vive su Birkirkara Hill dal 1946, è indignata quanto loro. “È una vergogna. Tutto sta andando in rovina, e tutto per cosa? Per i soldi.

Anche altri abitanti, come una vicina che ha preferito rimanere anonima, condividono il loro disappunto: “Qui è un’oasi in mezzo al caos. È un peccato distruggere tutto questo.

Foto: Chris Sant Fournier

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